Politica estera

"Sull'aborto applicare la legge del 1864". E la scelta dell'Arizona scatena l'ira di Biden

Ripristinata nello Stato una norma del 1864 che vieta l'aborto in ogni caso. I movimenti pro-choice pronti a dare battaglia, in uno Stato che sarà cruciale nelle elezioni di novembre

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Ritorno al passato per l'Arizona: la Corte Suprema del copper State ha infatti reintrodotto una legge del 1864 che definisce reato l'interruzione di gravidanza fin dal concepimento.

Cosa prevede la legge sull'aborto in Arizona

Nello Stato saranno, dunque, vietate tutte le varianti delle procedure abortive. La corte ha però optato per una riflessione residua, scegliendo una sospensione di quattordici giorni, per allargare la platea dei pareri-etici e scientifici- prima di rendere effettiva la legge. Si tratta di una delle tante conseguenze del ribaltamento della celebre Roe vs Wade nel 2022, che lascia una materia così complessa in balìa degli umori dei singoli Stati. L'attuale limitazione ha già portato le cliniche a sospendere gli interventi, spingendo molte donne a recarsi in California, New Mexico e Colorado per ottenere l'assistenza necessaria ad abortire.

Se finora il limite entro cui si era consentito interrompere la gravidanza era pari a quindici settimane, la legge del 1864 (l'Arizona diverrà Stato solo nel 1912) considera fuorilegge l'aborto fin dal momento del concepimento, salvo i casi in cui sia pregiudizio per la vita della madre. Ad aggravare il piano giuridico e la possibilità di scelta delle donne, il fatto che nemmeno di fronte a gravi eccezioni come stupro o incesto, siano ammesse deroghe alla norma. Il passo indietro corrisponde anche a un inasprimento dei provvedimenti per il personale medico che dovesse violare la legge: si rischia una condanna da due a cinque anni di carcere.

Le reazioni all'ennesimo divieto sull'aborto

L'entrata in vigore della legge rischia di far chiudere l'ultima clinica che pratica aborti nello Stato, dopo che due anni fa ne sono state chiuse ben otto. I movimenti pro-choice sono pronti a dare battaglia, sfidando la sentenza via referendum, per il quale sono state raccolte già le firme necessarie. L'obiettivo è anche scegliere una data che possa far pesare la consultazione sulle prossime elezioni: il referendum si potrà svolgere durante le elezioni del prossimo novembre, rendendo quindi la questione della difesa del diritto d'aborto il tema centrale della campagna elettorale. Del resto è già successo in Florida, dove è stato già autorizzato un referendum a novembre contro la sentenza che qui ha proibito l'aborto.

Non sono mancati gli immediati commenti del presidente Joe Biden: "Milioni di abitanti dell’Arizona vivranno presto sotto un divieto di aborto ancora più estremo e pericoloso, che non riesce a proteggere le donne anche quando la loro salute è a rischio o in tragici casi di stupro o incesto. Questo crudele divieto fu emanato per la prima volta nel 1864, più di 150 anni fa, prima ancora che l’Arizona fosse uno Stato e ben prima che le donne si assicurassero il diritto di voto. Questa sentenza è il risultato dell’agenda estrema dei rappresentanti eletti repubblicani che si impegnano a strappare la libertà alle donne". Tuttavia, proprio il presidente Biden-che aveva fatto del tema un cavallo di battaglia-sembra da tempo nicchiare sulla questione, arrivando perfino a usare con estrema parsimonia la parola aborto-spesso tradotta con eufemismi-legandolo sempre a casi limite come lo stupro o la salute femminile.

Quanto conta l'aborto in uno Stato in bilico

La sentenza metti in subbuglio uno Stato in bilico che giocherà un ruolo cruciale nel decidere il prossimo presidente e la maggioranza al Senato. I democratici si sono immediatamente scagliati contro il provvedimento, incolpando l'ex presidente Donald Trump per la perdita dell'accesso all'aborto. La notizia ha scatenato una vera e propria rivolta sia nel mondo della politica che della legge all'interno dello Stato: il procuratore generale democratico Kris Mayes si è impegnata a far sì che i procuratori del suo ufficio non l'applichino. Il governatore dell'Arizona, anch'egli democratico, ha dichiarato che la sentenza creerà maggiore caos per le donne e i medici, additando i Repubblicani come responsabili di un assalto senza fine "ai nostri diritti fondamentali".

In Arizona le ricadute politiche della sentenza di oggi potrebbero essere molto più ampie. Se Biden nicchia sul tema pur avendolo messo al centro della propria campagna elettorale, il candidato democratico al Senato Ruben Gallego è pronto a dare battaglia. Va anche ricordato a questo proposito come alle elezioni di metà mandato del 2022, nei sondaggi, il 6% degli elettori dell'Arizona dichiararono che l'aborto avrebbe dovuto essere legale nella maggior parte o in tutti i casi. Due terzi dei votanti, inoltre, dichiararono che il rovesciamento della Roe vs. Wade fu un fattore scatenante per il loro voto in quell'elezione.

Pronti alle barricate anche medici, infermieri e ostetriche: funzionari di Planned Parenthood hanno dichiarato che continueranno a praticare aborti fino a 15 settimane, nonostante dovranno ridurne il numero nei prossimi mesi.

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