Von der Leyen: "L'Ue lotta per la libertà, costruiremo un muro di droni con Kiev"

La numero uno della Commissione Ue a Strasburgo per l'annuale discorso davanti al Parlamento europeo: Ucraina, Gaza e difesa comune i punti principali

Von der Leyen: "L'Ue lotta per la libertà, costruiremo un muro di droni con Kiev"

Dalla guerra in Ucraina, alla situazione a Gaza, passando per la difesa comune, fino alla trasnzione ecologica, Ursula Von der Leyen è al Parlamento Ue di Strasburgo per il suo quinto discorso sullo stato dell'Unione.

Il sostegno a Zelensky

Frau Ursula ha rimarcato il suo appoggio e quello dell'Unione a Kiev: "L'Europa anticiperà 6 miliardi di euro dal prestito G7 e stipulerà un'alleanza sui droni con l'Ucraina", in altre parole, non arretreremo di un metro sugli aiuti ad una democrazia aggredita da un regime che di liberale non ha nulla. Parlando sempre di Ucraina ha chiarito che "questa è una guerra della Russia ed è la Russia che deve pagare. Per questo motivo dobbiamo lavorare con urgenza a una nuova soluzione per finanziare lo sforzo bellico dell'Ucraina sulla base dei beni russi immobilizzati", in altre parole si vuole "finanziare lo sforzo bellico dell'Ucraina sulla base dei beni russi immobilizzati. Con i saldi di cassa associati a questi beni russi, possiamo fornire all'Ucraina un prestito di riparazione", senza toccare i beni in questione. È un rischio, ma è un rischio che "dovrà essere sostenuto collettivamente". Un prestito che comunque l'Ucraina dovrà rimborsare negli anni, ma "solo dopo che la Russia avrà pagato i risarcimenti"

La situazione a Gaza

La presidente della Commissione Ue ha anche fatto il punto sulla situazione a Gaza, spiegando che "il mese prossimo istituiremo un Gruppo di Donatori Palestinesi, che includerà uno strumento dedicato alla ricostruzione di Gaza". Si tratta di "una iniziativa internazionale con partner regionali, che si baserà sullo slancio della Conferenza di New York organizzata da Francia e Arabia Saudita", precisando che nel futuro di Gaza per Hamas "non ci sarà posto, perché sono terroristi che vogliono distruggere Israele, e stanno anche infliggendo terrore al loro stesso popolo tenendo in ostaggio il loro futuro". Sebbene il sostegno dell'Unione Europea a Tel Aviv ci sia, per il capo del governo Ue la soluzione per una risoluzione per una risoluzione deve essere "basata si due stati. Che vivono fianco a fianco in pace e sicurezza. Con un Israele sicuro, un'autorità palestinese vitale e la piaga di Hamas rimossa. Questo è ciò che l'Europa ha sempre sostenuto. Ed è tempo di unirsi e contribuire a realizzare questo obiettivo".

Rimanendo sul tema ha voluto ribadire che: "L'Europa per Gaza deve fare di più" spiegando che "Molti Stati membri hanno già proceduto da soli. Sono consapevole che sarà difficile trovare la maggioranza. E so che qualsiasi azione sarà eccessiva per alcuni. Troppo poco per altri. Ma dobbiamo tutti assumerci le nostre responsabilità: Parlamento, Consiglio e Commissione". Von der Leyen ha poi parlato della situazione nella Striscia: "Queste immagini sono semplicemente devastanti", riferendosi alla grave crisi umanitaria, rimarcando che "la carestia provocata dall'uomo non potrà mai essere un'arma di guerra. Per il bene dei bambini, per il bene dell'umanità, questa atrocità deve finire". Secondo von der Leyen gli avventimenti delle ultime settimane sono "inaccettabili" ricordando il soffocamento finanziario dell'Autorità Nazionale Palestinese, i piani per un progetto di insediamento nella cosiddetta area E1, che separerebbe la Cisgiordania occupata da Gerusalemme Est, le dichiarazioni dei ministri più estremisti del governo guidato da Nethanyau che incitano alla violenza. Elementi che indicano "un chiaro tentativo di indebolire la soluzione dei due stati. Di indebolire la visione di uno stato palestinese sostenibile. Non dobbiamo permettere che ciò accada", ha ribadito. Poi, puntando il dito contro quei ministri eccessivamente radicali, ha calato l'asso: "proporremo di sospendere il nostro sostegno bilaterale a Israele, di interrompere tutti i pagamenti in questi settori" chiarendo anche che "proporremo sanzioni contro i ministri estremisti e contro i coloni violenti" e - per non lasciare nulla al caso - anche "una sospensione parziale dell'Accordo di Associazione sulle questioni commerciali".

La difesa del fianco est

Con il rischio che una guerra regionale diventi un conflitto su larga scala, il capo della Commissione - che è stata ministra della Difesa in Germania durante l'era Merkel - ha evidenziato che: "L'Europa deve essere pronta ad assumersi la responsabilità della propria sicurezza" ribadendo comunque il proprio appoggio all'Alleanza Atlantica definendola "essenziale". La difesa comune è da tempo sui tavoli di Bruxelles e ora più che mai è un argomento di discussione, specialmente per quanto riguarda il fianco orientale: "non c'è dubbio: il fianco orientale dell'Europa garantisce la sicurezza di tutta l'Europa. Dal Mar Baltico al Mar Nero. Ecco perché dobbiamo investire nel sostenerlo attraverso un sistema di sorveglianza del fianco orientale. Ciò significa dotare l'Europa di capacità strategiche indipendenti. Dobbiamo investire nella sorveglianza spaziale in tempo reale, affinché nessun movimento di forze passi inosservato. Dobbiamo ascoltare l'appello dei nostri amici baltici e costruire un muro di droni" chiarendo che tutto questo è "il fondamento di una difesa credibile".

L'auto elettrica e le prossime sfide

Parlando delle prossime sfide, Von der Leyen ha ribadito la sua posizione per quanto riguarda il settore dell'automotive. "Nel rispetto della neutralità tecnologica, stiamo preparando la revisione del 2035. Milioni di europei desiderano acquistare automobili europee a prezzi accessibili. Dovremmo quindi investire anche in veicoli piccoli e convenienti. Credo che l'Europa dovrebbe avere la sua auto e-car, ecologica, economica, europea", una politica - quella green imposta dall'Ue - che colpisce ancora una volta il mercato dell'auto, ma che la stessa Commissioe giustifica spiegando che "non possiamo lasciare che la Cina e altri conquistino questo mercato", chiarendo che le auto del futuro "dovranno essere realizzate in Europa".

Rimanendo sulla questione energetica ha spiegato che sono necessarie politiche per ridurre allo zero la dipendenza dai combustibili fossili russi - principale causa dell'aumento delle bollette - spiegando che "dobbiamo generare più energie rinnovabili locali, con il nucleare come fonte di base e sbarazzarci delle formiture russe". Un progetto a lungo termine che potrebbe portare ad un drastico abbassamento dei prezzi dell'energia.

Stop all'unanimità in politica estera

Ursula Von der Leyen ha spiegato che lo strumento dell'unanimità per le decisioni di politica estera, chiarendo che "in alcuni settori, ad esempio nella politica estera, sia necessario passare alla maggioranza qualificata. È ora di liberarci dalle catene dell'unanimità". Una dichiarazione che potrebbe essere indirizzata a Victor Orban e Robert Fico, data la risaputa la vicinanza al leader del Cremlino. Proprio loro, spesso e volentieri, hanno messo i bastoni tra le ruote ai lavori della Commissione in materia di politica estera e di sicurezza. Eliminando questo sistema si potrà garantire che "la nostra Unione sia più rapida e in grado di mantenere le promesse fatte agli europei. Perché è così che potremo vincere insieme questa battaglia." Ha concluso.

Applausi e fischi

Dai banchi del Parlamento sono arrivati gli applausi dei gruppi che compongono la cosiddetta "maggioranza Ursula" - popolari, socialisti, liberali e verdi - che ha votato la fiducia lo scorso anno. L'estrema destra ha deciso di non partecipare all'evento, lasciando i seggi praticamente vuoi, solo gli esponenti dell'Afd tedesca hanno ascoltato il discorso, se così si può dire. Infatti la presidente dell'assemblea a Roberta Metsola ha avuto il suo bel da fare con i rappresentanti teutonici che ad ogni passaggio su Israele, auto e libertà hanno obbligato la presidente della Commissione a fermarsi.

Anche tra gli alleati - o quello che dicono di essere - popolari e socialisti ci sono stati momenti di scontro, proprio dopo il richiamo all'unità da parte della numero uno di Palazzo Berlymont. Il capogruppo del Ppe, Manfred Weber, ha criticato duramente i socialisti, accusandoli di "mancanza di responsabilità" sull'intesa Usa-Ue e sul patto commerciale con il Mercosur. Weber ha indicato il gruppo socialista come "il vero colpevole della crisi della maggioranza europeista" e ha sottolineato le divisioni interne alla famiglia socialista, elogiando l'atteggiamento "pragmatico" della premier danese Mette Frederiksen e aggiungendo: "Ci sono due realtà socialiste in Europa: Sánchez e Frederiksen! E spero che non assisteremo a una diffusione in Europa della realtà politica spagnola". Dalla trincea rossa la replica rabbiosa della socialista Iratxe Garcia Pérez, capogruppo dei Pse. Rivolgendosi alla presidente della Commisisone, la spagnola ha sottolineato: "mi spiace ma devo dirle che oggi è risultato chiaro chi è il suo nemico principale, è il leader del Ppe, Manfred Weber. Si è sforzata di presentare un programma comune, ma ora sa chi il responsabile del fatto che la maggioranza non funziona".

Anche dalle opposizioni arrivano numerose critiche. Jordan Bardella, leader dei Patrioti Europei, ha detto: "Lei ha ceduto su tutto.

Sa difendere solo gli interessi tedeschi" riferendosi all'accordo con gli Stati Uniti definedolo "una resa economica". Dai banci del Movimento 5 Stelle dure critiche. La delegazione grillina ha invocato la sfiducia per Von der Leyen accusandola di "essere incapace e pericolosa".

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