Londra, stretta del governo sull'immigrazione: laurea e lingua, ecco cosa servirà per poter lavorare

Tra i requisiti per ottenere il visto e il permesso di soggiorno, le nuove norme varate dall'esecutivo laburista sono decisamente più stringenti

Londra, stretta del governo sull'immigrazione: laurea e lingua, ecco cosa servirà per poter lavorare
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Il piano regolatore relativo all'immigrazione legale presentato dal governo laburista di Keir Starmer prende forma, con l'obiettivo annunciato di ridurre in modo significativo il numero dei lavoratori provenienti dall'estero entro i prossimi 4 anni, vale a dire, come dichiarato dal premier, "entro le elezioni legislative del 2029". Ma cosa prevede questo inasprimento delle norme da parte di Londra?

Il primo punto che balza agli occhi della riforma è senza dubbio la definizione di requisiti più stringenti per poter ottenere lo "Skilled worker visa", il visto dedicato ai lavoratori qualificati. Per ora è necessario che l'offerta di lavoro sia al livello di abilità richiesto, il quale deve obbligatoriamente rientrare nel Regulated Qualifications Framework 3 (RQF3) o superiore, corrispondente al livello A: è considerato un livello di competenza di base, e rappresenta un percorso di studi inferiore alla laurea, come ad esempio il diploma superiore o i corsi tecnici.

Ebbene, con la riforma questo livello minimo sarà innalzato fino all'RQF6, corrispondente invece alla laurea. Ci potrebbero essere delle eccezioni, ma solo ed esclusivamente nel caso di carenze di personale non colmabili internamente, con un'apertura al livello RQF5 per un periodo di tempo comunque limitato.

Un'altra stretta, in questo caso a quanto pare definitiva, arriva per quanto concerne gli impieghi nel campo dell'assistenza sociale. Stop alle assunzioni dall'estero di badanti, in sostanza, anche se è previsto un periodo di transizione a un anno dalle prossime elezioni: fino al 2028, quindi, i visti potranno essere prorogati e i cittadini stranieri che già risiedono in Gran Bretagna avranno la possibilità di cambiare il loro impiego per entrare nel campo dell'assistenza sociale.

Diminuisce da 24 a 18 mesi il periodo concesso agli studenti che si sono laureati nel Regno Unito per poter restare nel Paese. Sempre per quanto concerne le Università, inoltre, il governo ha previsto di destinare una parte degli introiti derivanti dalle tasse applicate agli studenti internazionali per sovvenzionare il sistema di istruzione superiore e di formazione professionale locale.

Altro snodo della riforma sull'immigrazione è il raggiungimento di un livello linguistico adeguato: "Vogliamo che le persone migliorino la loro conoscenza della lingua inglese nel tempo, nel corso della loro permanenza nel Regno Unito", si prefigge il governo britannico: ciò significa che verranno introdotti dei requisiti per certificare il livello A2 per estendere il visto e almeno B2 per ottenere il permesso di soggiorno permanente.

A proposito di permesso di soggiorno, potranno fare richiesta esclusivamente stranieri che risiedono nel Regno Unito da 10 anni e non più solo da 5 come previsto attualmente.

"Per anni il nostro sistema ha incoraggiato le aziende ad accogliere lavoratori stranieri sottopagati, piuttosto che investire nei nostri giovani", aveva spiegato Starmer durante la presentazione della riforma parlando di riduzione dell'immigrazione legale, "queste misure ci permetteranno di riprendere finalmente il controllo delle nostre frontiere".

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