Oltre 400 milioni di cristiani vivono in Paesi dove la libertà religiosa è gravemente violata, secondo l’ultimo rapporto di Aiuto alla chiesa che soffre. E ben 220 milioni sono sotto tiro, direttamente esposti alla persecuzione. Ogni anno vengono uccisi fra i 4mila e i 5mila cristiani con la Nigeria, prima della lista (3.100 vittime nel 2024).
L’epicentro delle violenze di matrice jihadista rimane l’Africa subsahariana dove si registrano più di 16 milioni di profughi o sfollati cristiani.
Nella lista nera dei Paesi persecutori, rimane in vetta, da oltre vent’anni, la Corea del Nord che applica tolleranza zero per chi crede in Cristo. Fra i 50mila ed i 70mila fedeli sono sepolti nei campi di concentramento secondo le stime di Porte aperte, che ogni anno compila la lista dei 50 Paesi peggiori.
La fondazione pontificia, Acs, ha denunciato in ottobre che i cristiani subiscono persecuzioni o discriminazioni in 32 Paesi. In 68 nazioni si registrano danni o distruzioni di beni di proprietà con chiara motivazione religiosa, a cominciare dalle chiese (62 Paesi).
In 45 nazioni non è possibile professare pubblicamente la fede attraverso simboli che ricordano Gesù. Discriminazione e persecuzione non sono pane quotidiano solo in Afghanistan, ma anche in paesi come l’Eritrea e l’India. In Somalia o in Libia «i cristiani possono vivere la loro fede solo clandestinamente - ha dichiarato Cristian Nani, direttore di Porte aperte - Il governo algerino chiude tutte le chiese protestanti, mentre quello cinese vessa chi osa rivendicare la libertà di credo e gli iraniani vanno a caccia di cristiani che si riuniscono nelle case. La Chiesa nascosta è oggi forse quella più in crescita nel mondo».
La discriminazione nell’accesso ad incarichi pubblici, secondo l’ultimo rapporto di Acs, è prassi in 32 nazioni. Attacchi fisici o verbali sono documentati in 73 Paesi. E purtroppo stanno aumentano nei territori palestinesi, soprattutto in Cisgiordania, da parte di coloni israeliani estremisti o fanatici ultra ortodossi.
Per non parlare dello stillicidio senza fine della fuga dalle terre dove è nata la fede in Gesù, come l’Irak, la Siria, il Libano. Il vescovo caldeo Bashar Matti Warda sottolinea: «Negli ultimi 50 anni la percentuale dei cristiani in Medio Oriente è precipitata dal 20% a meno del 3%». In Irak sono rimasti appena 150mila cristiani e la maggioranza, 80mila, vivono ad Erbil, nella regione autonoma del Kurdistan considerata più sicura.
Non solo: i cristiani sono spesso vittime di serie B condannati al disinteresse. «In Kazakistan almeno 20 donne cristiane sono state abusate a causa della loro religione - ha rivelato Nani - e altrettante hanno dovuto sposarsi con uomini musulmani». Matrimoni forzati che sono una piaga pure in Pakistan.
In Siria chi crede in Cristo è sempre stato vittima fra due fuochi e continua ad avere paura.