Romania, si dimette il premier socialista: "La coalizione non ha più legittimità"

Il trionfo del candidato sovranista al primo turno delle elezioni ha scosso la politica romena, portando il primo ministro alla decisione di lasciare il suo incarico

Romania, si dimette il premier socialista: "La coalizione non ha più legittimità"
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Iniziano a farsi sentire le conseguenze della vittoria al primo turno delle elezioni in Romania del candidato sovranista George Simion. Il primo ministro socialdemocratico Marcel Ciolacu, leader dell’alleanza di governo formata con i liberali e il partito di minoranza ungherese, ha annunciato le sue dimissioni.

“Alla luce dei risultati del voto, la coalizione non ha più alcuna legittimità nella sua forma attuale”, ha annunciato dopo una riunione del partito a Bucarest. “Ho proposto ai miei colleghi di lasciare la coalizione di governo, che implicitamente conduce alle mie dimissioni come primo ministro”. Il suo candidato, Crin Antonescu, è rimasto fuori dal ballottaggio. Al secondo turno del 18 maggio, dunque, si sfideranno Simion, che ha ottenuto il 41% dei voti, e il sindaco della capitale centrista ed europeista Nicusor Dan, che si è aggiudicato il 21% delle preferenze.

Il leader della destra sovranista, noto per la sua posizione contraria agli aiuti militari all’Ucraina, ha promesso una “simionizzazione” dell’Unione europea, mantenendo però fedeltà alla Nato e continuando a permettere alle truppe Usa di rimanere nel Paese. All’indomani del successo alle urne, ha esultato su X: “È stata più di una scelta: è stato un atto di coraggio, fiducia e unità. È la vittoria di chi crede veramente nella Romania: un Paese libero, rispettato e sovrano”. Pur essendo stato definito da molti un filorusso, ha attaccato direttamente Vladimir Putin definendolo un “dittatore sanguinario”. Nonostante ciò, è bandito da Ucraina e Moldavia per sue passate dichiarazioni in favore dell’annessione di territori alla Russia.

Il suo sfidante Nicosur Dan parte in grande svantaggio e punta a preservare la traiettoria europeista dell’Unione europea. È sostenuto dai settori moderati e da parte della diaspora, ma può puntare solo sul consenso nei grandi centri urbani. È accusato, infatti, di aver trascurato le campagne e le aree rurali a basso reddito. Secondo alcuni sondaggi, potrebbe recuperare terreno grazie all’elettorato degli altri partiti esclusi dal secondo turno.

Intanto, Dan ha incassato il sostegno del gruppo Renew Europe. “Tutte le forze democratiche, liberali e filoeuropee devono unirsi attorno a Nicusor Dan, poiché è l'unica opzione che la Romania ha per affrontare le sfide future e continuare a essere una voce forte e un partner nell'Ue”, ha dichiarato il portavoce al parlamento europeo Vincent Stuer. “La politica trumpista e l'estremismo non saranno mai la risposta, indeboliranno la Romania, l'Ucraina e il fianco orientale”. E l’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), ha criticato la mancanza di trasparenza nel processo elettorale.

"La campagna si è svolta principalmente online e il comportamento non autentico dei candidati è stato una sfida per la quale né le autorità né le stesse piattaforme online hanno fatto abbastanza”, ha commentato Eoghan Murphy, capo della missione di osservazione.

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