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Germania nel caos tra crisi di governo e crescita zero. Scholz: "Chiederò la fiducia al Bundestag"

Effetto domino nella coalizione tripartita: a Berlino ora è scontro sui prossimi passi, dalla fiducia fino alle prossime elezioni. E i dati macroeconomici non promettono nulla di buono

Germania nel caos tra crisi di governo e crescita zero. Scholz: "Chiederò la fiducia al Bundestag"
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Un vero terremoto quello che sta facendo barcollare la Germania in queste ore. Il cancelliere Olaf Scholz, in seguito al collasso della coalizione tripartita, corre a delineare la road map dei prossimi mesi. “Non è il momento delle tattiche politiche e delle scaramucce, è il momento della responsabilità”, chiede a gran voce il presidente Frank-Walter Steinmeier, parlando alla nazione. “La nostra Costituzione ha previsto disposizioni per l’eventualità che si è verificata ora", ha aggiunto Steinmeier, "la fine di una coalizione non è la fine del mondo, è una crisi che dobbiamo lasciarci alle spalle”, ha rassicurato i cittadini tedeschi.

I prossimi passi del governo Scholz

Il governo continuerà a svolgere il proprio lavoro di ordinaria amministrazione nelle settimane e nei mesi a venire, ma "i cittadini avranno presto l'opportunità di decidere nuovamente come procedere. È un loro diritto. Per questo motivo chiederò un voto di fiducia al Bundestag all'inizio del prossimo anno", ha affermato, sottolineando la scelta di attendere gennaio per porre la questione della fiducia, nonostante le incalzanti richieste di Cdu/Csu di anticipare la questione alla settimana prossima.

Stessa petizione da parte della leader del Bsw, Sahra Wagenknecht. Scholz incontrerà il leader dell'opposizione Friedrich Merz (CDU) per discutere di come procedere fino al prossimo appuntamento elettorale. Scholz vorrebbe porre la questione della fiducia al Bundestag il 15 gennaio per poi indire elezioni generali per la fine di marzo. Un progamma sul quale l'opposizione non concorda, chiedendo un voto di fiducia al più tardi all'inizio della prossima settimana.

Il licenziamento di Lindner: l'inizio del caos

L'inaspettato licenziamento del ministro delle Finanze ha gettato la più grande economia europea nel caos. Mercoledì sera, durante un incontro di alti esponenti del governo, Christian Lindner è stato espulso dalla coalizione a tre, dopo mesi di aspre lotte intestine che hanno contribuito alla crescente impopolarità dell'amministrazione attuale. Con l'Europa distratta dalle elezioni americane e dai timori circa la rielezione di Donald Trump, Berlino sembra non aver retto: poche ore dopo il licenziamento di Lindner, l'FDP ha infatti optato inesorabilmente per il ritiro del resto dei suoi ministri dal governo, decretando la fine della tormentata coalizione a tre.

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Il sobbalzo avviene in un momento critico per la Germania, che di certo avrebbe chiesto qualche sforzo di unità in più. Adesso, in un momento in cui la Germania si trova in una situazione economicamente complessa, ha senza dubbio bisogno di un nuovo governo in grado di agire il prima possibile. Lo scorso settembre l'allarme dall'Ifo, l’Istituto di ricerca economica di Monaco, che aveva messo in discussione il trend di crescita tedesco, mettendo in guardia Scholz e i suoi dalla concreta possibilità di una crescita zero nel 2024. Sulla base degli ultimi dati a disposizione dell’istituto, le stime erano state tagliate e la crescita del prodotto interno lordo era stata valutata pari a 0 anziché 0,4%. Decimali che fanno una differenza pari a un abisso. Non è tutto: l’Ifo aveva anche abbassato la sua stima per il 2025, fissandola allo 0,9% anziché all’1,5% precedentemente previsto.

La "crescita zero" della Germania di Scholz

Una situazione complessa, sulla quale pesano anche le transizioni verdi e digitali. La produzione industriale tedesca è crollata a settembre, più del previsto, sottolineando il persistente crollo economico della Germania. Su base annua la produzione è calata del 4,6%: anche questo dato è peggiore delle stime. Negli ultimi mesi, la produzione industriale è stata influenzata dagli alti e bassi del settore automobilistico, che è sceso del 7,8% a settembre, dopo un balzo del 15,4% ad agosto. Le case automobilistiche stanno affrontando sfide strutturali, come l'elettrificazione e la concorrenza cinese, che si sono abbattute sull'intero settore. Nel frattempo, le industrie ad alta intensità energetica, la cui produzione è scesa del 3,3% a settembre, non si sono ancora riavute dalla crisi energetica del 2022 correlata alla guerra in Ucraina.

Su base trimestrale meno volatile, la produzione tra luglio 2024 e settembre 2024 è stata inferiore dell'1,9% rispetto ai tre mesi precedenti. Le esportazioni tedesche, invece, sono diminuite dell'1,7% rispetto al mese di agosto.

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