Stati Uniti in shutdown: lo scontro politico congela i servizi federali: cosa può accadere adesso

Trump accusa i democratici e minaccia “tagli irreversibili”, mentre 750mila dipendenti rischiano il congedo forzato e l’economia si prepara a subirne gli effetti

Stati Uniti in shutdown: lo scontro politico congela i servizi federali: cosa può accadere adesso
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Gli Stati Uniti sono ufficialmente entrati in shutdown dopo che la Casa Bianca e il Congresso non sono riusciti a trovare un compromesso sul bilancio entro la scadenza di oggi.

La paralisi comporta la sospensione di programmi e servizi federali, con circa 750mila dipendenti pubblici costretti al congedo forzato. Alcuni di loro, secondo le intenzioni dell’amministrazione Trump, rischiano persino di perdere definitivamente il posto, in quella che il presidente ha definito una “punizione irreversibile”. Le conseguenze economiche rischiano di pesare sull’intero Paese, alimentando tensioni politiche e reciproche accuse tra i partiti. “I democratici vogliono chiudere tutto, noi no”, ha insistito Trump.

I democratici hanno bloccato il governo”, si leggeva su una pagina web della Casa Bianca subito dopo mezzanotte, con un orologio che mostrava il tempo trascorso dall’inizio del blocco. Ma il governatore della California Gavin Newsom ha dichiarato a X: “Donald Trump ha appena chiuso il governo”, sottolineando il fatto che entrambi i partiti si incolpano a vicenda per la drammatica pausa nei servizi e nelle funzioni federali.

Il braccio di ferro si è concentrato sul finanziamento temporaneo del governo. I repubblicani avevano proposto di prorogare le spese ai livelli attuali fino al 21 novembre, ma i democratici hanno posto il veto, chiedendo la revisione dei tagli a Medicaid inseriti nella maxi-legge voluta da Trump in estate e misure per ridurre i premi assicurativi legati all’Obamacare. Per i repubblicani si tratta di un piano insostenibile, con costi superiori ai mille miliardi di dollari.

Dal punto di vista pratico, la legge obbliga le agenzie federali a sospendere i cosiddetti “non-essential workers”, mentre il personale ritenuto “essenziale” – come agenti FBI, CIA, controllori di volo e militari – continuerà a lavorare senza stipendio fino alla fine dello shutdown. I costi giornalieri stimati della sospensione superano i 400 milioni di dollari. Alcuni servizi essenziali, come sanità per i veterani e programmi a finanziamento obbligatorio, proseguiranno. Nel 2019 il Congresso ha stabilito che i dipendenti sospesi riceveranno comunque gli arretrati, ma nell’immediato molte famiglie dovranno fare i conti con stipendi mancanti e difficoltà economiche.

Ogni agenzia dispone di un piano specifico per determinare chi resta operativo e chi viene fermato. Il CDC, ad esempio, sospenderà gran parte delle attività di ricerca mantenendo però il monitoraggio delle epidemie, mentre la Food and Drug Administration ridurrà drasticamente la propria capacità di approvazione di nuovi farmaci e dispositivi medici. Anche i parchi nazionali potrebbero chiudere, come già avvenuto nel 2018-2019, con episodi di vandalismo e degrado dovuti alla mancanza di personale.

Il presidente Trump ha alzato i toni minacciando misure “irreversibili” durante lo shutdown, come tagli definitivi a programmi e posti di lavoro non allineati alle sue priorità. Una strategia che rappresenterebbe una rottura rispetto ai precedenti blocchi, in cui i dipendenti erano sempre rientrati in servizio una volta superata l’impasse.

Sul fronte economico, gli analisti prevedono che un blocco di breve durata abbia un impatto limitato, poiché la spesa pubblica viene recuperata successivamente. Ma uno shutdown prolungato può minare la fiducia dei mercati e ridurre la crescita dello 0,2% per ogni settimana di paralisi, secondo le stime di Goldman Sachs. Il direttore del Congressional Budget Office, Phillip Swagel, avverte che oltre agli effetti immediati, uno stallo prolungato alimenta incertezze sul ruolo del governo e sulla stabilità complessiva del sistema.

Non è chiaro quanto durerà la chiusura, né quanto saranno estesi i suoi effetti. Dal 1980, il governo federale ha chiuso o ha riscontrato lacune nei finanziamenti 14 volte.

La chiusura più lunga mai registrata è iniziata alla fine del 2018, quando il governo ha chiuso parzialmente per circa cinque settimane a causa delle controversie sul finanziamento del muro di confine tra Stati Uniti e Messico proposto da Trump.

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