Politica estera

"Uniti contro gli Usa". Lavrov rinsalda l'asse con la Corea del Nord

Il ministro degli Esteri russo ha espresso preoccupazione per l'intensificarsi delle operazioni militari di Usa, Giappone e Corea del Sud. Attesa per la prossima visita di Putin nel Paese

"Uniti contro l'egemonia Usa". Lavrov rinsalda l'asse con la Corea del Nord

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"Uniti contro l'egemonia Usa". Lavrov rinsalda l'asse con la Corea del Nord

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“Uniti contro l’egemonia Usa”. Con queste parole si può sintetizzare lo scopo della missione del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, in Corea del Nord dove ha avuto modo di cementare l’alleanza con il regime di Pyongyang, nel segno dell’antiamericanismo e della resistenza contro le potenze occidentali.

Lavrov è partito alla volta di Pyongyang nella giornata di mercoledì e al suo arrivo è stato accolto da una folla festante composta da centinaia di persone che agitavano mazzi di fiori. La prima persona che il ministro russo ha incontrato è stato il capo della diplomazia nordcoreana, Choe Son Hu, e l’ha voluto ringraziare per il sostegno a Mosca riguardo alla guerra in Ucraina e per aver riconosciuto l'annessione dei territori occupati.

Son Hu ha voluto affermare che la visita dell'omologo russo era una tappa necessaria per corroborare l’intesa tra Putin e Kim Jong-un, nata nella base aerospaziale di Vostochny lo scorso settembre, quando il dittatore nordcoreano ha dichiarato: “Totale sostegno alla politica del Cremlino. Siamo fiduciosi che l'Esercito e il popolo russo otterranno una grande vittoria nella giusta lotta per punire i gruppi malvagi che perseguono l'egemonia, l'espansione e l'ambizione e per creare un ambiente di sviluppo stabile".

Dopo aver interloquito con il ministro degli Esteri nordcoreano, Lavrov si è intrattenuto per oltre un'ora con Kim Jong-un e entrambi si sarebbero detti preoccupati per l’intensificazione delle attività militari degli Stati Uniti, del Giappone e della Corea del Sud nella regione dell’Asia Pacifico. I tre Paesi sarebbero impegnati in esercitazioni congiunte al fine di dare una risposta ai continui test missilistici nordcoreani. Nei prossimi giorni, la base sudcoreana di Cheongju, situata a un centinaio di chilometri a sud di Seul, ospiterà per la prima volta un bombardiere B-52H americano capace di trasportare un ordigno nucleare e che sarà impiegato in alcune manovre aeree nella giornata di domenica. Il capo della diplomazia russa ha dichiarato riguardo alle operazioni nel Pacifico che: “Washington sta dispiegando nell'area infrastrutture strategiche, comprese elementi nucleari e sta seguendo una linea pericolosa" .

I media americani, nelle ultime settimane, avevano detto che, dopo il vertice tra Putin e Kim Jong-un, mille container di equipaggiamento militare e munizioni sono stati inviati da Pyongyang a Mosca, mentre in cambio la Corea del Nord cercherebbe di ottenere della tecnologia in campo militare. Fonti vicine al governo russo avevano dato scarsa importanza alle notizie provenienti dagli Stati Uniti, definendole “affermazioni senza prove”; al contrario, i russi hanno confermato che intendono aiutare Pyongyang a far fronte al suo fabbisogno energetico, sia attraverso forniture, sia con iniziative per "l'esplorazione geologica". Prima di fare ritorno in patria, Lavrov ha deposto corone di fiori ai monumenti dei due precedenti leader del Paese, Kim Il Sung e Kim Jong Il, rispettivamente nonno e padre di Kim Jong-un.

Nei prossimi mesi, Putin si recherà in visita dall’alleato nordcoreano e nel frattempo, ha partecipato a una manifestazione sportiva nella città di Perm dove ha denunciato la discriminazione di cui sarebbero vittime gli atleti russi perché esclusi dalle competizioni internazionali. Il presidente russo ha aggiunto: “Anche i giochi olimpici possono essere usati come strumento di pressione politica contro persone che non hanno niente a che vedere con la politica".

Il riferimento è al Comitato olimpico internazionale che ha imposto agli atleti russi di gareggiare alle competizioni sportive solo se a titolo personale e se non sostengono la guerra in Ucraina.

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