
In manette per una vignetta.
Tolleranza zero, predica Recep Tayyip Erdogan contro i provocatori. Al pari della libertà. Ancora una vignetta satirica sugli scudi in Turchia, ancora il pugno di ferro del governo che impedisce manifestazioni pubbliche e fa scattare le manette. A 100 giorni dall’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, di fatto il principale avversario dell’attuale presidente, il governo del Bosforo si distingue per un’altra azione contro le libertà individuali. La rivista satirica LeMan ha pubblicato una vignetta raffigurante Maometto e Mosè scambiarsi un saluto di pace sulle rovine di Gaza: il disegnatore è stato arrestato assieme ad altri tre tra capiredattori e dirigenti della storica rivista.
Circa 300 persone per protesta hanno chiuso il passaggio su via Istiklal e hanno tentato di entrare nella sede di LeMan inneggiando al Corano. Per questa ragione la prefettura di Istanbul ha vietato le manifestazioni nel centralissimo quartiere di Beyoglu e la magistratura ha avviato un’indagine per «vilipendio dei valori religiosi». Da ieri gli ingressi in centro sono transennati e interdetti al pari delle fermate della metropolitana, tra cui piazza Taksim.
Ha tuonato contro la vignetta Erdogan, assicurando che «finché governaremo questo Paese, non possiamo permettere a nessuno di insultare i nostri sacri valori». Ha definito la vignetta «una palese provocazione di persone immorali, è un requisito della nostra fede ammirare il nostro profeta, le autorità sono intervenute rapidamente e hanno avviato i necessari procedimenti legali». In pochi minuti il sito web e al profilo su X di LeMan sono stati oscurati mentre nella notte la sede della rivista è stata assaltata da un lancio di pietre.
Chi non getta la spugna nel Paese è il sindaco di Istanbul, esponente del Chp, arrestato cento giorni fa, che dal carcere fa sentire la propria voce tramite il proprio account X in inglese: «Non cediamo. Oggi ci riuniamo a Saraçhane. Non per disperazione, ma con determinazione. Alziamo le nostre voci contro l’ingiustizia.
Per la democrazia siamo fianco a fianco». Nelle stesse ore intanto la polizia ha arrestato 120 membri opposizione a Smirne, anche l’ex sindaco Tunc Soyer con l’accusa di corruzione.
Nonostante manchino tre anni alle prossime elezioni, si moltiplicano le voci sulla possibilità che si tengano prima e Imamoglu è considerato l’esponente in grado di rovesciare il potere ventennale di Erdogan, come rivelano molti sondaggi. Per questa ragione il partito Chp è bersagliato. Per questa ragione oggi a Bruxelles (e non a Istanbul) si terrà un flashmob per Imamoglu.