
La postura dell’Unione europea verso la Russia non cambierà, nonostante i tentativi diplomatici degli Stati Uniti per porre fine al conflitto in Ucraina. È questo il nucleo del discorso della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, pronunciato durante un dibattito in plenaria a Strasburgo sul sostegno dei 27 ad una pace giusta e duratura nell’Est.
“Mentre sosteniamo l'Ucraina, dobbiamo anche continuare a minare la capacità della Russia di portare avanti la guerra. I proventi dei combustibili fossili rimangono una fonte chiave di finanziamento per la macchina da guerra russa. Quindi, è nostro interesse fondamentale per la sicurezza smettere di finanziare il tesoro di guerra di Putin”, ha affermato il presidente dell’esecutivo comunitario. “E per questo, dobbiamo smettere di spendere miliardi in importazioni di energia russa. So che c'è una netta maggioranza al Parlamento europeo a favore di questo. Lo scorso novembre avete votato per vietare tutte le importazioni di combustibili fossili russi. Anche la presidenza polacca si sta impegnando a fondo in tal senso. Ma alcuni continuano a dire che dovremmo riaprire il rubinetto del gas e del petrolio russi. Sarebbe un errore di proporzioni storiche”.
Von der Leyen ha anche ricordato che, in passato, Putin ha più volto interrotto i flussi di gas verso l’Europa. “Quante volte ancora prima che imparino la lezione? La dipendenza dalla Russia non è dannosa solo per la nostra sicurezza, ma anche per la nostra economia. I nostri prezzi dell'energia non possono essere dettati da un vicino ostile”, ha aggiunto, sottolineando che nel 2024 vi è stata una leggera ripresa delle importazioni di energia dalla Federazione e che vi è una tabella di marcia per interromperle completamente entro il 2027.
Il presidente della Commissione, inoltre, ha affermato che aumenteranno i controlli sulla cosiddetta “flotta ombra” russa e ha ricordato i progressi fatti dal 2022 ad oggi: “Grazie al risparmio energetico e alle rinnovabili, abbiamo già ridotto il nostro import di gas dalla Russia di 60 miliardi di metri cubi all'anno. E grazie ai nostri partner, abbiamo diversificato le nostre attività”. In particolare, ha parlato delle forniture di gas e gnl ricevute da Stati Uniti, Norvegia, Giappone e Corea del Sud.
In più, ha spiegato come negli ultimi tre anni il quantitativo di gas importato dalla Russia sia sceso dal 45% al 13% del totale, mentre per il petrolio si è passati da un barile su cinque a uno su 50. “Anche gli Stati membri che dipendono maggiormente dal gas russo dispongono già di sufficienti alternative”, ha osservato. Porta completamente chiusa per Mosca, dunque, in un periodo in cui Washington sta cercando di ripristinare i rapporti diplomatici per raggiungere un accordo di cessate il fuoco. Tentativi che, fino ad ora, non hanno portato a passi in avanti concreti.
Dalle file dei 27, però, si è sollevata la protesta dell'Ungheria. Il ministro degli Esteri Peter Szijjarto ha affermato che il piano di Bruxelles di eliminare le importazioni di energia dalla Russia costituisce "una attacco diretto" al programma di Bucarest per ridurre i costi dei servizi pubblici. "Aumenterebbe i nostri costi annuali di importazione di energia di circa 1,5 miliardi di euro, pari a circa 600 miliardi di fiorini ungheresi. È chiaro che vogliono che l'Ungheria si faccia carico del costo del sostegno all'Ucraina", ha dichiarato.
Il capo della diplomazia di Orban ha poi sottolineato che la proposta viola la dichiarazione di Versailles del 2022, che afferma il diritto sovrano di ogni Stato membro dell'Ue a determinare le proprie fonti e i propri fornitori di energia, e di conseguenza "viola la sovranità dell'Ungheria e minaccia la nostra sicurezza energetica".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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