
Il Senato americano approva di misura il «Big beautiful bill» di Donald Trump e porta il presidente più vicino a mettere a segno una vittoria epocale per il suo programma di governo. Il disegno di legge sul budget contiene tutte le promesse elettorali del tycoon, dall’abolizione delle tasse per le mance e gli straordinari alla lotta all’immigrazione, passando per il taglio delle imposte per le aziende e gli americani, e dopo una maratona durata tutta la notte ha ottenuto il via libera grazie al voto determinante del vice presidente JD Vance.
Tre repubblicani - i senatori conservatori Rand Paul, Thom Tillis e Susan Collins - si sono infatti uniti ai 47 democratici e hanno votato no, costringendo Vance a intervenire (in una situazione di parità il vice presidente esprime il parere decisivo). Ora il provvedimento passa alla Camera, dove lo speaker Mike Johnson ha già detto che «lavorerà rapidamente per approvare la legge entro il 4 luglio», la scadenza fissata da Trump, che da mesi ripete di voler firmare il budget entro il Giorno dell’Indipendenza.
Johnson è al lavoro da giorni per preparare il terreno al testo, molto diverso da quello approvato nelle scorse settimane dalla Camera. Il presidente del Comitato Nazionale Democratico Ken Martin, invece, ha criticato duramente l’approvazione del budget, definendolo «un enorme piano per derubare i lavoratori, le famiglie in difficoltà e persino le case di cura, il tutto per arricchire chi è già ricco con un’esenzione fiscale». «Trump e i repubblicani del Senato hanno inviato un messaggio chiaro al popolo americano ha proseguito - I vostri figli, il vostro lavoro e i vostri parenti anziani non contano. Questa è una delle peggiori leggi nella storia del Congresso». Anche un gruppo di deputati repubblicani moderati, soprattutto quelli che rappresentano le aree del Paese a basso reddito, si oppongono ai tagli più drastici previsti dal piano al Medicaid, il programma che aiuta i cittadini meno abbienti a ottenere una copertura sanitaria (quasi 12 milioni di persone in più potrebbero rimanere senza assicurazione entro il 2034). «Noi non giocheremo con Medicaid, sono i democratici che la danneggeranno», ha detto Trump prima del voto. Intanto si è riaccesa la faida tra The Donald e l’ex first buddy Elon Musk. Il patron di Tesla, X e SpaceX ha criticato nuovamente il «Big beautiful bill»: «È evidente con la spesa folle di questo disegno di legge che aumenta il tetto del debito di un record di 5mila miliardi di dollari, che viviamo in un Paese con un unico partito, il partito del maiale». E ancora: «Ogni membro del Congresso che ha fatto campagna per ridurre la spesa e poi ha te votato per il più grande aumento del debito della storia dovrebbe vergognarsi.
Perderanno le primarie nei prossimi anni». Parole che hanno scatenato l’immediata reazione del tycoon: «Senza sussidi, Elon probabilmente dovrebbe chiudere bottega e tornare a casa in Sudafrica - ha replicato il comandante in capo - Se si fermano i lanci di razzi, satelliti o produzione di auto elettriche, il nostro Paese risparmierebbe una fortuna. Forse dovremmo chiedere al Doge di analizzare la cosa con attenzione? Un sacco di soldi da risparmiare». Musk è arrabbiato per i crediti alle auto elettriche ma «potrebbe perdere molto più di quelli», ha aggiunto, e a chi gli chiedeva della possibilità di deportare il miliardario (nato in Sudafrica e successivamente divenuto cittadino americano), ha risposto: «Ci darò un’occhiata».
Trump se l’è presa anche con il candidato democratico a sindaco di New York, Zohran Mamdani.«Se sa sarà eletto e metterà in pratica la sua promessa di bloccare le deportazioni di immigrati illegali, dovremo arrestarlo».