
Non sono bastati tre esami annullati a un passo dalla laurea e l'obbligo di doverli ridare pena l'invalidità del titolo di studio in Medicina. Gli studenti pro Pal (e non solo) all'università Statale sono ripartiti all'attacco contro la studentessa israeliana iscritta a Medicina, l'Ateneo, ma hanno alzato il tiro puntando il dito contro il ministero. Il pretesto è la storia (ora in mano agli avvocati) che abbiamo già raccontato qualche giorno fa: una studentessa israeliana iscritta a Medicina, richiamata in servizio nel coppo medico delle Forze di Difesa israeliane dopo i fatti del 7 ottobre ha chiesto e ottenuto la didattica da remoto a distanza, così come previsto da una circolare ministeriale. Ma quando si è trovata a un passo dal traguardo (fissato per il 4 luglio) le è stato comunicato che 3 esami sostenuti a distanza non sono validi e devono essere nuovamente sostenuti. Secondo la Statale, gli esami per legge non rientrano nella deroga. E a questo proposito è partita un istruttoria contro i 3 docenti. Il sospetto è che ad alzare il polverone siano stati proprio i compagni di corso pro Pal. E se la Statale ha negato decisa, sostenendo che i controlli sulle carriere vengono fatti di prassi, ora con un comunicato gli studenti delle varie liste di sinistra dell'ateneo - e cioè Studenti Indipendenti, UniSì (Uniti a sinistra) e Sinistra Universitaria - sottolineano di avere «verificato come liste di rappresentanza studentesca alcune deroghe e infrazioni alla norme che regolano la frequenza obbligatoria e la presenza caratteristiche del corso di Medicina». Ma a non capire di che infrazione accusino la Statale è l'ateneo stesso, visto che la deroga ministeriale riguarda proprio Medicina. E lo scrivono proprio anche i collettivi studenteschi: «Il 7 novembre 2023, a seguito di una mozione discussa il 31 ottobre dalla Conferenza Permanente dei Presidenti dei Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, il Ministero ha pubblicato una nota che autorizza, nel rispetto dell'autonomia universitaria, la deroga all'obbligo di frequenza per chi venga richiamato in patria nel contesto di guerra mediorientale». Contestano la legittimità della circolare adducendo altre direttive ministeriali, allargando il discorso alla didattica a distanza e non solo agli esami.
«Il Ministero ha quindi consapevolmente privilegiato l'interesse militare israeliano - tuonano puntando il dito contro «chi, all'interno delle università, ha assecondato questo meccanismo». Di fatto adesso la studentessa si è iscritta ai 3 esami di nuovo per vedere di darli in corsa e vedere se si laurea nella data prevista.