Meloni vola in Tunisia e Turchia. Sul tavolo energia e migranti. Il nodo delle partenze dalla Libia

Ieri l’incontro con Saïed. Oggi quello con Erdogan a cui dovrebbe partecipare anche il libico Dabaiba

Meloni vola in Tunisia e Turchia. Sul tavolo energia e migranti. Il nodo delle partenze dalla Libia
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Ieri Tunisi, oggi Istanbul. Per promuovere una sorta di «politica mediterranea» che abbia un «approccio regionale». Non solo per contrastare immigrazione irregolare e trafficanti, ma anche per rafforzare la politica energetica e le relazioni con i partner del cosiddetto Piano Mattei.

Di qui la scelta di Giorgia Meloni di una doppia missione lampo in Africa, proprio nelle ore in cui si attendono i dettagli del non solidissimo accordo sui dazi al 15% siglato domenica scorsa in Scozia da Ursula von der Leyen e Donald Trump.

Ieri, in tarda mattinata, la premier è atterrata in Tunisia, accolta all'aeroporto di Tunisi dal primo ministro Sarra Zaafrani Zanzri, dal governatore di Tunisi Imed Boukhris e dall'ambasciatore italiano Alessandro Prunas. Destinazione il Palazzo presidenziale di Cartagine, dove è stata ricevuta dal presidente della Repubblica tunisino Kaïs Saïed. Un incontro durante il quale - recita una nota di Palazzo Chigi - i due «hanno condiviso l'eccellente livello della cooperazione bilaterale, a partire dallo stato di avanzamento delle progettualità del Piano Mattei per l'Africa, richiamando anche la dichiarazione congiunta sulle attività di cooperazione allo sviluppo firmata a gennaio».

Nel corso dei colloqui, grande attenzione è stata dedicata al settore idrico e a quello agricolo, con un focus sul progetto Tanit per l'impiego di acque reflue al fine di recuperare terreni agricoli e con l'obiettivo di creare un centro di formazione agricola a vocazione regionale. Ampio spazio anche al dossier energetico. Meloni e Saïed hanno infatti evidenziato come Italia e Tunisia rappresentino «snodi strategici» tra il potenziale energetico africano e la domanda crescente dell'Europa. In questo quadro, la premier ha ribadito l'impegno italiano per la realizzazione dell'elettrodotto sottomarino Elmed, un'infrastruttura di oltre 200 chilometri definita «strategica» per i due Paesi e per l'Europa. Realizzato grazie alla sinergia e alla cooperazione tra Terna e Steg, le società che gestiscono le reti elettriche dei due Paesi, Elmed sarà infatti la prima interconnessione in corrente continua tra i due continenti, mettendo in collegamento Europa e Nord Africa.

La Tunisia, insomma, per l'Italia è «una scommessa strategica», tanto che Palazzo Chigi sostiene convintamente il governo di Saïed, la cui collaborazione è decisiva per la riduzione dei flussi migratori illegali dal Paese nordafricano. L'incontro - che arriva a pochi giorni dalla riunione sui migranti convocata da Meloni a Palazzo Chigi insieme ai ministri competenti - è stato infatti l'occasione per fare il punto sulla «eccellente cooperazione in materia migratoria» e sull'impegno comune nel «contrastare le reti criminali di trafficanti di esseri umani» e allo stesso tempo promuovere vie legali di migrazione anche nel contesto del Processo di Roma.

Peraltro, stando al cruscotto statistico del ministero dell'Interno, nei primi sette mesi del 2025 c'è stato un moderato incremento degli sbarchi illegali via mare, che sono passati dai 33.480 dello stesso periodo del 2024 a 36.480 (+9,1%). Ma che sono comunque sensibilmente meno (-58,7%) rispetto allo stesso periodo del 2023 quando gli arrivi furono 88.464.

Di cooperazione economica, energia e migranti (e pure della guerra tra Russia e Ucraina) si parlerà anche oggi in Turchia, dove Meloni verrà ricevuta dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Un incontro che dovrebbe essere allargato al primo ministro del governo di unità nazionale libico con sede a Tripoli, Abdulhamid Dabaiba.

Non un dettaglio, visto che la Libia continua a essere il principale Paese di partenza dei flussi migratori diretti in Italia. Oltre il 50% dei migranti sbarcati sulle nostre coste nel 2025 è infatti salpato dalle coste libiche.

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