La politica in Lombardia costa la metà che a Roma

La politica in Lombardia costa meno della metà che nel Lazio, e molto meno che in Piemonte. Un record fra tutte le regioni italiane. Ogni cittadino lombardo spende circa 50 euro per mantenere la burocrazia regionale (per l’esattezza 49,5), ed è molto meno che nelle altre regioni. Il conto lo fa la Cisl, proprio mentre chiede un drastico taglio ai costi della politica, e soprattutto agli sprechi della politica.
È il segretario della Cisl lombarda, Gigi Petteni, a scrivere una lettera aperta al governatore Roberto Formigoni e al presidente del Consiglio regionale, Davide Boni, indirizzandola anche a tutti i capigruppo. Oggetto della missiva la richiesta di tagliare, appunto, i costi della politica, abolendo l’assegno vitalizio, l’indennità di fine mandato e le varie prebende dei consiglieri regionali. Petteni aggiunge la garanzia di un appoggio: «Sosterremo queste proposte trai lavoratori e i pensionati lombardi». Nella lettera inviata a Formigoni, si legge tra l’altro che «la realtà quotidiana che si riscontra confrontandosi ogni giorno, come fa il sindacato, con i lavoratori e i pensionati, ci dice che molte famiglie lombarde, in particolare quelle dove un genitore ha perso il lavoro o quote importanti di reddito, dove ci sono più figli in età scolare, giovani con un lavoro instabile o senza lavoro, dove c’è un anziano non autosufficiente o un pensionato al minimo, fanno sempre più fatica a realizzare nella loro quotidianità la legittima aspirazione a una vita dignitosa e possibilmente serena».
La lettera appello della Cisl prosegue riconoscendo però che «in Lombardia il peso che grava sui cittadini per i costi dell’amministrazione pubblica è di gran lunga il più basso tra le regioni italiane: la spesa pro-capite per l’acquisto di beni e servizi di Regione Lombardia è pari a 49,5 euro, a fronte degli 85 del Piemonte, degli 87 della Campania, dei 115 del Lazio». «Ciò - afferma il segretario del sindacato - è dovuto anche al virtuoso rapporto tra produttività dei lavoratori pubblici lombardi. Alcuni dei costi della politica sono assolutamente giustificati e necessari e sono a garanzia della sua libertà d’azione, altri no!». «Per queste ragioni - aggiunge Petteni - la Cisl di Lombardia chiede che la politica della nostra Regione dia subito un segnale forte di consapevolezza, responsabilità e solidarietà».
Le richieste sono forti, la sforbiciata proposta sarebbe senza precedenti: «Abolite l’assegno vitalizio, che consente dopo solo 5 anni di mandato a un consigliere regionale lombardo di godere di una non irrilevante pensione suppletiva al compimento dei 60 anni. Rinunciate all’indennità di fine mandato, che assicura al consigliere che ha svolto anche solo una legislatura di ricevere una “buonuscita” pari a un’intera annualità di indennità e che si ripete ogni 5 anni per chi rinnova i suoi mandati.

Eliminate il rimborso delle spese di trasporto sostenute dal consigliere per trasferirsi dalla propria casa alla sede del Consiglio, che nessun lavoratore ha diritto ad avere. Per parte nostra – conclude la lettera della Cisl - sosterremo queste proposte con iniziative concrete tra i lavoratori e i pensionati lombardi».

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