La battaglia politica si sposta sulle strade. Niente risse da anni Settanta, solo un più civile scontro «toponomastico» sui nomi delle vie. Lultima frontiera del revisionismo a tavolino è dedicare una piazza o un giardinetto agli ex impresentabili, a scapito dei soliti nemici. Spingendo la Storia più in là, cambiandone le pagine a colpi di bianchetto.
Nessuno si stupisce dunque che uno storico solitamente pacato come Franco Cardini abbia già bocciato lidea di cambiare nome a piazza Venezia in una meno evocativa piazza dellUnità dItalia in occasione dei 150 anni: «Non è tanto unidea kitsch, bolsa, impresentabile, infame e antistorica. Anzi, è tutto ciò, senza dubbio: ma è ancora peggio. È cretina». «Intervenire sui nomi delle strade è unoccasione storica», ha replicato entusiasta la deputata Pdl Alessandra Mussolini che, già che cera, ha chiesto di reintitolare ai 150 anni dellItalia anche laltrettanto evocativo piazzale Loreto a Milano. E qui Cardini ha taciuto, probabilmente per amor di Patria.
Su memoria e oblio destra e sinistra si confrontano da decenni. Anche se Bandiera rossa non ha trionfato, resistono ancora strade intitolate a Ho Chi Min, Maresciallo Tito, Marx, Engels, Lenin, Unione sovietica passando da via Stalingrado (a Bologna, Savona, Parma e Prato) e persino via Leningrado, a Milano.
Ma la battaglia di retroguardia sul Ventennio arranca: a Verona è saltata lidea di intitolare una strada a Stefano Rizzardi, un volontario repubblichino; niente via allex podestà di Ravenna Celso Calvetti, niente via Igino Ghisellini (gerarca fascista) a Cento nel ferrarese. A Benevento, quando piazza Gramsci tornò allantico nome Santa Sofia fu bufera sullallora sindaco Sandro DAlessandro che si difese così: «È una decisione presa nel 1990, polemica inutile». Forse riuscirà a spuntarla il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che ha in mente di intitolare una via della Capitale a Enrico Berlinguer, Amintore Fanfani e naturalmente al padre storico dellMsi Giorgio Almirante, che gode già di una strada a Foggia, Lecce, Ragusa, Praia a Mare (Cs), Crispiano (Ta), Fabrica di Roma (Vt), San Severo (Fg), Montecorvino Rovella (Sa), Locorotondo (Ba) e Santa Caterina Villarmosa (Cl).
Missione difficile ma non impossibile, visto che persino Benito Mussolini può vantare due strade a suo nome, a Villanova di Camposampiero (Padova) e Petacciato (Campobasso) anche se via Claretta Petacci è rimasta (per ora) il sogno dellex sindaco di An di Baucina, in provincia di Palermo. Mentre a Reggio Calabria convivono a pochi passi il Lungomare intitolato allex sindaco comunista Italo Falcomatà e lArena Ciccio Franco, senatore Msi che cavalcò i moti del 1970.
La palma doro va però al centrosinistra al Campidoglio: al grido di «più strade per tutti» passarono dalle pagine di storia alle Pagine bianche personaggi come leroe pacifista filocurdo Dino Frisullo, il giornalista Tiziano Terzani, il pioniere del rugby Mario Mazzuca e perfino John Lennon, Marylin Monroe, Greta Garbo e Silvana Mangano. Anche la Lega non si è sottratta al giochino: nel 2000 Domenico Uslenghi, il sindaco leghista di Cassano Magnago (comune del Varesotto dove nel 1941 è nato Umberto Bossi) ha tentato con un blitz di trasformare piazza Togliatti in Piazza Lega Lombarda ma è stato «stoppato» dalla Prefettura.
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