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È già finita la festa per Tsipras: Berlino non accetta passi falsi

Dopo i festeggiamenti si torna alla realtà dei conti in disordine e dei compiti a casa. E da Bruxelles ogni mossa verrà analizzata in dettaglio

È già finita la festa per Tsipras: Berlino non accetta passi falsi

Atene - Dopo feste, canti e balli sulle note italoateniesi di Bella Ciao, la brigata Tsipras torna alla realtà di conti in disordine e compiti a casa, nella consapevolezza che mai come in questo frangente ogni mossa sarà scannerizzata da Bruxelles e Berlino. E non potrà sbagliare più un solo passo, pena altri tagli lacrime e sangue. E se i media sono concentrati ­ inutilmente ­ sulla nuova squadra di governo, è alla voce banche e controlli che va ricercata la cartina di tornasole tanto della Grecia quanto del Tsipras II: perché è la troika, e non il nuovo esecutivo, ad avere saldo il comando del paese e delle vite di dieci milioni di cittadini di uno Stato membro. Cerchiata in rosso c'è già una data molto significativa per mercati e Ue: entro il prossimo 5 ottobre lo staff economico di Tsipras dovrà predisporre il nuovo bilancio dello Stato che integrerà le direttive contenute nel memorandum siglato un mese fa. Si tratta di nuove misure per agricoltori con tasse che aumentano dal 13 al 20%, per pensionati con l'aumento della tassa su ogni mensilità e per liberi professionisti su cui si abbatterà la mannaia di studi di settore. Mentre, paradossalmente, non una parola sulle donne delle pulizie riassunte in pompa magna da Tsipras nei ministeri a 1400 euro per mezza giornata di lavoro.

Per dirne una, un cardiologo in ospedale ne prende 800, ecco perché in molti scelgono di emigrare, con la famiglia, in Australia e Svezia. I provvedimenti sono contenuti in 50 misure già chieste nelle scorse trattative, più altre 100 contenute nel nuovo pacchetto di impegni che riguardano il 2016. Mentre tutti i partiti politici hanno parlato delle elezioni di domenica scorsa come base per rinegoziare i prestiti con i creditori internazionali, ecco che il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha già inviato ad Atene un messaggio forte e chiaro: la «rinegoziazione» sarà effettuata, eventualmente, solo dopo la valutazione di ottobre che si ripeterà ogni trimestre. Ma come sta in salute la macchina dello stato di Atene? Il nuovo ministro dell'economia, su cui Tsipras annuncia la novità del superdicastero pro troika, troverà una sorpresa non da poco: un buco di bilancio pari a 6 miliardi di euro di tasse non riscosse nel primo semestre del 2015. Ma entro dicembre, stando al cronoprogramma di Fmi, Ue e Bce, dovrebbero essere riscossi 18 miliardi di tasse per non incorrere in nuove misure tampone. Lecito chiedersi: come si potranno centrare gli obiettivi se per nove mesi il sistema fiscale del paese ha mostrato di avere ancora grosse falle? Per far quadrare i conti si dovrebbe puntare sulle privatizzazioni e sul dossier energetico. A largo di Creta c'è infatti un grosso giacimento di gas, ma il timore è che tutto finisca come per i 14 aeroporti regionali ellenici (tra cui Mykonos, Santorini, Corfù) privatizzati dalla tedesca Fraport. Proprio da Berlino, ieri, è stato un continuo scambio di dichiarazioni formali con Atene, con in evidenza quella in cui dall'entourage della Merkel trapela che si lavorerà «ad una riduzione del debito». Non una parola invece sui termini reali del memoradum, che dallo scorso agosto impediscono ad uno Stato membro dell'Ue una qualsiasi azione unilaterale, mentre chi governa gioca a Risiko. Altro che sovranità.

twitter@FDepalo

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