Roma - L'annuncio che i cieli di Roma saranno no-fly zone per tutto l'anno giubilare arriva lo stesso giorno dell'allarme girato all'intelligence italiana dal Fbi. Gli analisti della polizia federale statunitense hanno indicato la basilica di San Pietro a Roma e il Duomo e la Scala a Milano come «potenziali obiettivi di attacchi terroristici». L'allarme, subito rilanciato dall'ambasciata Usa in Italia, che mette in guardia i propri cittadini nel Belpaese anche dagli «altri possibili obiettivi» nelle due città - ossia «chiese, sinagoghe, ristoranti, teatri e alberghi» - è adesso al vaglio «con grande attenzione» da parte dei nostri servizi, come ha confermato al Copasir il capo dell'Aise, Alberto Manenti. «I nostri analisti, i nostri inquirenti ci stanno lavorando e continuano a lavorare - ha detto sul punto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano - e noi assicuriamo che il livello di allerta è quello che abbiamo annunciato e che quindi il presidio è, ove possibile, ancora più forte già dal pomeriggio di ieri». Insomma, «né sottovalutazione né allarmismo», sintetizza il titolare del Viminale. Di certo, l'informativa targata Fbi indicava anche cinque nomi di possibili terroristi, sulle cui piste si sono messe alla ricerca «le nostre forze dell'ordine», come ha confermato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.Di certo, a poco più di due settimane dall'inizio del Giubileo (dall'8 dicembre in avanti si attendono almeno 25 milioni di pellegrini), l'allerta nella Capitale e in tutto il Paese resta elevatissima. Ieri il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ha detto che per tutto l'anno santo voluto da Papa Francesco i cieli di Roma saranno off limits per il sorvolo. «Con Enac ed Enav - ha spiegato il prefetto - è stata ampliata la no-fly zone. Ci sono alcune zone della Capitale, praticamente tutta la città, interdette al volo aereo per tutto il periodo del Giubileo».Il «Notam» che ricalca il provvedimento simile adottato già per l'Expo sulla zona dell'evento milanese, però, non blinda i cieli dai malintenzionati, come ha ammesso lo stesso Gabrielli. «Capirete bene - ha aggiunto - che questo fa sì che le persone per bene non affollino i cieli, ma ha assolutamente poca incidenza su chi ha una intenzione negativa, quindi non è che noi con l'emissione del divieto di volo stiamo tranquilli». A titolo di esempio, il prefetto capitolino ha rispolverato l'ormai celebre sorvolo al Tuscolano dell'elicottero che a fine agosto ha fatto piovere petali di rosa sui funerali di Vittorio Casamonica. Quel velivolo, ha spiegato Gabrielli, «lì non poteva volare perché i monomotori non possono volare sui centri abitati». Dunque, fatto salvo il ruolo chiave dell'intelligence per prevenire eventuali attacchi dal cielo, in caso di velivoli o droni («si vince o si perde nel momento in cui il velivolo si stacca da terra»), non viene esclusa l'ipotesi di tirarli giù. «In determinate situazioni per le quali noi riterremo che il contesto sia degno di particolare attenzione - ha detto ancora il prefetto -, queste interferenze verranno gestite anche con l'ipotesi dell'abbattimento, ovviamente quando le condizioni lo favoriranno». Perché sui droni si spera di poter intervenire a distanza, per prenderne il controllo senza farli precipitare.Quanto ai controlli, in Vaticano si valuta se installare metal detector ai varchi d'accesso alla basilica e ai musei, e a Milano, come prevedibile, si punta a proteggere Scala e Duomo.
Ma non sono solo gli «obiettivi» indicati dal Fbi (già sotto osservazione) a essere blindati. In entrambe le città, dopo gli attentati di venerdì e l'innalzamento del livello di allarme, i presidi di militari e forze dell'ordine si sono moltiplicati in tutti gli obiettivi considerati «sensibili».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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