In 166 lo votano, lui aspetta: cosa c'è dietro il silenzio di Mattarella

Il Parlamento spinge per la rielezione di Sergio Mattarella. Dal Colle arriva solo un silenzio assordante

In 166 lo votano, lui aspetta: cosa c'è dietro il silenzio di Mattarella

L'opzione Mattarella-bis non tramonta. Non per i 166 (contro i 125 di ieri) che oggi hanno fatto convergere su di lui i voti per individuare il prossimo Capo dello Stato, nonostante lui abbia confermato più volte la volontà di non restare al Quirinale.

Non solo. Negli ultimi giorni, sui social, sono comparse le foto del trasloco dal Colle alla sua nuova abitazione privata ai Parioli. Non è dato sapere se questa crescita di consensi - che pure nasconde una guerra interna al M5s - porti a un ripensamento di Mattarella, ma intanto si registra un silenzio blindato. La Costituzione non prevede né il divieto di rieleggibilità del Capo dello Stato né l'ipotesi di un mandato a termine e, pertanto, la politica si interroga. "Se le forze politiche arrivassero a un appello a Mattarella sarebbe una prova del fallimento del sistema politico italiano" ma "ritengo che, ove dovesse essere eletto, dopo aver ricalcato le parole di Napolitano verso i partiti che non furono morbide, probabilmente si rimboccherebbe le maniche e si metterebbe al lavoro" , ha detto Giovanni Toti, presidente della Liguria e cofondatore di Coraggio Italia, parlando a Sky Tg24, sempre più convinto che i voti per l'attuale inquilino del Colle "cresceranno ancora" perché "in un momento di crisi per la paura che tutto precipiti è un porto sicuro".

Secondo quanto apprende ilGiornale.it, i centristi danno il "bis" come imminente: "La situazione - ci dicono - è talmente ingarbugliata che, alla fine, sarà così". Ma ci sarebbero alcune condizioni: il Capo dello Stato avrebbe chiesto un consenso ampio, se non l'unanimità. Secondo il senatore di Forza Italia Andrea Cangini "è doveroso lavorare a un'ampia convergenza su un nome in grado di riassumere le diverse sensibilità politiche e ben rappresentare la nazione dal Quirinale. Se questo non sarà possibile, non sarebbe stravagante che, in uno stato di eccezione come quello che stiamo vivendo, tra guerre sanitarie, economiche e guerregiate, si cristallizzasse lo status quo almeno fino al momento delle emergenze". E aggiunge: "Nessun presidente accetta un mandato a tempo. Vengono eletti tutti per 7 anni ed è giusto così, poi gli eventi, la storia e le scelte possono cambiare il corso delle cose".

Il senatore pentastellato Primo Di Nicola, attivissimo da settimane per Mattarella, ci dice: "Una parte del Pd, la corrente di Matteo Orfini, già da due settimane ha dato la sua preferenza per il Mattarella-bis", ma da fonti parlamentari apprendiamo che anche l'area di Base Riformista sarebbe orientata a dare il suo benestare a una rielezione del presidente uscente. Per quanto riguarda le tempistiche, Di Nicola spiega: "C'è la voglia di dare a questo Paese il presidente della Repubblica adeguato a risolvere tutte le emergenze. Se si verifica la rielezione, spetta al presidente della Repubblica decidere i tempi. Sarebbe improprio e irrispettoso porre dei limiti".

L'unico ostacolo sarebbe il no del Carroccio. Il leghista Paolo Tiramani, infatti, di fronte al nome di Mattarella, storce il naso: "No, non gli perdoniamo di non aver voluto dare il mandato per formare il governo a Salvini tre anni fa...".

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