Dopo 7 settimane il virus alza la testa. Crollano prime dosi e immunizzati

Dati in risalita, ma la situazione negli ospedali resta sotto controllo. Focolaio Trieste: 70 infetti tra i No Pass. E con l'inverno alle porte serve accelerare con i booster: da Aifa ok a Moderna

Dopo 7 settimane il virus alza la testa. Crollano prime dosi e immunizzati

C'era da aspettarselo. Tra scuole in presenza, trasporti a pieno carico, manifestazioni di piazza rigorosamente senza mascherina (a Trieste focolaio da 70 contagiati) il virus ha rialzato la testa dopo sette settimane di continua discesa. L'aumento della curva dei contagi lo confermerà oggi l'Iss nel suo report settimanale, ma lo ha già anticipato la Fondazione Gimbe ieri che, nel monitoraggio 20-26 ottobre, ha rilevato un'impennata del 43% di nuovi casi in una settimana: 25.585 contro 17.870, con una media di nuove infezioni giornaliere che passa da 2.553 del 19 ottobre a 3.655 il 26 ottobre. Anche il bollettino di ieri conferma il trend della curva in lenta salita. Con 4.866 casi il tasso di positività è sceso allo 0,8% (l'altro ieri 1%), le terapie intensive sono cresciute di sei unità, i tamponi hanno superato i 570.335 tamponi e la Campania ha registrato 600 nuove infezioni.

Complessivamente sono numeri che non destano ancora preoccupazione poiché, nell'arco di una settimana, i decessi sono in calo così come le terapie intensive (-3,9%). Resta però la massima attenzione per l'aumento di circa il 7,5% dei ricoveri (2.604 contro 2.423) anche se dal punto di vista ospedaliero la situazione è sotto controllo: il tasso di occupazione rimane molto basso (5% in area medica e 4% in area critica). Quanto ai nuovi contagi in crescita, che interessano tutte le regioni tranne Sardegna e Valle D'Aosta, sono casi in parte «scoperti» grazie all'alto numero di tamponi (+ 21%) effettuato da tutte le persone non vaccinate che devono presentare al lavoro il green pass. In particolare, rimangono ancora 2,7 milioni di over 50 da convertire al vaccino. L'effetto green pass, dopo l'euforia di pochi giorni, non ha bucato il muro della diffidenza e l'intera campagna vaccinale resta al palo: in una settimana c'è stato un crollo del numero delle dosi somministrate (1.118.114) e un calo del 52,9% dei nuovi vaccinati: solo 193.205. Poche, ammette anche il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri che però, non intravvede dei lockdown per i non vaccinati come deciso in Austria. Semmai, nel nostro Paese, ipotizza un Natale ben diverso da quello sotto tono vissuto lo scorso anno. Ma anche per Sileri la strada per raggiunge la copertura del 90% dell'intera popolazione vaccinabile sembra tutta in salita. Ci sono ancora 7,5 milioni di over 12 non immunizzati mentre nei frigoriferi ben 11 milioni di vaccini da utilizzare prima della scadenza.

La via della persuasione per questa fetta di popolazione passa, per ora, dai medici di famiglia e dalle farmacie, che non fanno pagare il tampone a chi si converte al vaccino. E accanto al problema dei non vaccinati, si affiancano le titubanze di chi ha già fatto due iniezioni e dovrà convincersi a tornare negli hub per la terza dose. È di ieri l'ok di Aifa al booster di Moderna.

Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe, elenca le priorità per evitare un'ennesima impennata dei casi: «Con l'inverno alle porte, il repentino aumento dei nuovi casi e dei ricoveri e il progressivo calo dell'efficacia dei vaccini sull'infezione impongono di accelerare la terza dose (ne sono state somministrate finora quasi 1,2 milioni) e di convincere oltre 2,7 milioni di over 50 non ancora vaccinati, a elevato rischio di ospedalizzazione e decesso». E nei prossimi mesi, ci si dovrà proteggere non solo dalla Delta, ma anche dalla Delta plus, sotto variante già in circolazione in Inghilterra e che potrebbe essere più contagiosa del 10-15%.

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