A 9 anni spara alla sorella La lite per un videogioco

New York Morire per un videogioco: è l'ultima tragedia legata alle armi da fuoco che scuote l'America, costata la vita ad una ragazzina di 14 anni del Mississippi, uccisa dal fratellino di soli 9 anni. Tutto è iniziato con una banale lite, come ha spiegato la polizia: lei non voleva lasciare il joystick, e a quel punto il bambino ha impugnato una pistola calibro 25 e le ha sparato da dietro alla testa. Il proiettile le ha trapassato il cervello e la ragazzina, Dijonae White, è morta all'ospedale pediatrico Le Bonheur's di Memphis per le ferite riportate. «Presumo che lo abbia visto nei videogames o in tv. Non so se sapesse esattamente cosa stava facendo. Non posso rispondere, so solo che è una tragedia», ha commentato lo sceriffo della contea di Monroe, Cecil Cantrell. Ancora non si sa perché il piccolo avesse a portata di mano la pistola e quali saranno le conseguenze del suo gesto. «È qualcosa di totalmente nuovo per noi, non abbiamo mai avuto a che fare con un bambino di 9 anni che spara ad un altro bambino», ha aggiunto. La madre era in un'altra stanza della casa e stava dando da mangiare ad altri bambini al momento dell'incidente.

La vicenda ha riaperto il dibattito sulle armi da fuoco negli Usa, a pochi giorni dalla marcia degli studenti ad un mese dalla strage nel liceo di Parkland, in Florida. Mobilitazione che è stata una sorta di prova generale della «Marcia per le nostre vite», in programma il 24 marzo in tutti gli Stati Uniti. VRob

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