Abbandonare il 13% del Paese in cambio dell'indipendenza

L'ipotesi: gli 80mila km quadrati di Crimea e Donbass merce di scambio per una "soluzione finlandese"

Abbandonare il 13% del Paese in cambio dell'indipendenza
00:00 00:00

Al netto dei cambiamenti climatici, in Alaska sono pronti per un ferragosto di fuoco. Si decidono le sorti dell'Ucraina, e probabilmente anche quelle di Zelensky, monolitico nel diniego a "regalare la nostra terra ai russi". L'impressione è che Washington e Mosca delibereranno per lui, con buona pace dell'Ue che, sollecitata soprattutto da Macron, Merz e von der Leyen, continua a tenere duro sul tema dell'integrità territoriale e contropropone uno stop alle armi prima di qualsiasi altra mossa.

Le voci si susseguono su che cosa davvero accadrà il 15 agosto, ma nelle ultime ore sembra prendere piede quella che viene definita la "soluzione finlandese", sponsorizzata dai più stretti collaboratori di Putin e Trump. Nel 1939, pochi mesi dopo che Hitler invase la Polonia, Stalin avviò un'operazione militare per conquistare la Finlandia, che fino a vent'anni prima era ancora parte dell'impero russo. Il tentativo del leader sovietico fallì, poiché i finlandesi opposero una resistenza tenace, simile a quella degli ucraini oggi, riuscendo a evitare l'annessione all'Unione Sovietica. Dopo i combattimenti, Helsinki accettò di firmare un trattato di pace, cedendo circa il 20% del proprio territorio, in cambio del mantenimento della propria indipendenza. Nel 1944, prima della fine della Seconda Guerra Mondiale, nel nuovo accordo di pace Stalin impose alla Finlandia una clausola di neutralità, ossia il divieto di aderire a qualsiasi alleanza militare, una condizione rispettata dal Paese fino al recente ingresso nella Nato. Sebbene nel breve periodo la Finlandia avesse perso il conflitto, nel lungo termine riuscì a garantire la propria sovranità, un solido sviluppo economico, un sistema democratico e la possibilità di scegliere liberamente la propria collocazione internazionale, anche entrando nell'Ue. Se si sostituisce la parola "Finlandia" con "Ucraina" il contesto è di fatto identico.

In pratica, parte dei territori attualmente sotto controllo russo potrebbero rappresentare una sorta di sacrificio accettato per ottenere in cambio un accordo di pace con solide garanzie internazionali sulla sicurezza. Le condizioni attuali sul campo di battaglia non fanno sperare che l'esercito ucraino riesca a riprendersi le aree occupate, anzi, le milizie di Putin stanno sfondando nel Sumy e nel Dnipropetrovsk. Zelensky considera inaccettabile un simile scenario, ma guardando l'insieme della situazione, l'Ucraina ha evitato l'annessione totale da parte della Russia, mantenendo il controllo sulla maggior parte delle sue principali città, a eccezione di Mariupol. In questo senso può considerarsi "non perdente", dato che la Russia non è riuscita a raggiungere i suoi obiettivi strategici: il dominio completo del Paese e il controllo sul Mar Nero, incluso il porto di Odessa.

Putin porterebbe a casa, al netto del referendum-farsa del 2014, la Crimea e il Donbass, ovvero il 13% dell'Ucraina (80mila kmq su 600mila), ritirandosi da Kherson e Zaporizhzhia, chiudendo le offensive in corso a Sumy e Dnipropetrovsk. Tutto questo ovviamente come accordo di massima, da perfezionare nel corso di una serie di incontri, ma generando fin da subito il congelamento del conflitto, forse con la creazione di confini militarizzati presidiati dai caschi blu Onu come forza di interposizione.

Resta però una grande incognita rappresentata da Zelensky, che ha promesso al popolo ucraino di combattere fino a recuperare tutti i territori persi, ripristinando i confini del 1991, inclusi Crimea e Donbass.

L'impegno ha avuto un forte effetto mobilitante dal 2022, rafforzando l'unità nazionale, ma oggi, con circa 600mila soldati morti al fronte, i consensi sono in caduta libera e un compromesso sul tavolo negoziale potrebbe avere un costo politico molto alto.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica