"Abusò di un 15enne". Sei anni a Don Mauro

L'accusa aveva chiesto una pena di 10 anni. La madre del ragazzo: "Riconosciuta la verità"

"Abusò di un 15enne". Sei anni a Don Mauro

Milano - «È stato un percorso molto doloroso, siamo passati dall'essere vittime all'essere sopravvissuti. Ma oggi è stata riconosciuta la credibilità di mio figlio»: mamma Cristina è battagliera, accetta di mostrarsi davanti alle telecamere. Da pochi minuti la Quinta sezione del Tribunale di Milano, presieduta da Ambrogio Moccia, ha letto la sentenza che condanna a sei anni e quattro mesi di carcere per violenza sessuale aggravata don Mauro Galli, ex parroco di Rozzano, appena fuori Milano. L'accusatore del sacerdote, un ragazzo che all'epoca dei fatti aveva 15 anni, è davanti all'aula in lacrime. Non riesce a parlare.

Il pm Lucia Minutella aveva chiesto una condanna a dieci anni e otto mesi. Secondo la denuncia del giovane, che appartiene a una famiglia molto religiosa, l'abuso risale al dicembre del 2011. Un'esperienza che l'ha segnato profondamente e che solo alcuni anni dopo ha trovato il coraggio di raccontare. Il 15enne era stato ospitato per la notte da don Mauro, che oggi ha 38 anni. Il parroco lo accolse nel proprio letto, nonostante in casa ci fossero altre sistemazioni. E approfittando del fatto che dormisse, questa l'accusa, lo abbracciò da dietro, lo toccò e tentò di penetrarlo. Dalla mattina dopo la vittima non è stata più la stessa. Ha avuto diversi problemi, ricoveri e ha tentato il suicidio. Nell'arringa del difensore, l'avvocato Mario Zanchetti, che ha chiesto l'assoluzione, la versione del sacerdote: «Ha dormito con lui e a un certo punto gli ha afferrato una gamba e il petto per impedire che cadesse dal letto, dopo aver avuto un incubo». La difesa ha sottolineato la «natura problematica» del ragazzo, che avrebbe avuto una personalità fragile anche prima del 2011 e che fino al 2014 non avrebbe mai fatto cenno a un abuso sessuale. I «simulati tentativi di suicidio» e le «finte possessioni demoniache» ne dimostrerebbero l'inattendibilità. Zanchetti ha infine spiegato la differenza tra «rilevanza penale» e «rilevanza canonica». Vale a dire: «Quello che don Mauro ha fatto, dormire con un minorenne ma senza alcun contatto di natura sessuale, è gravissimo dal punto di vista ecclesiastico. Tuttavia non è un reato dal punto di vista penale». Per i giudici, c'è stato qualcosa di più.

L'imputato ha già versato, fuori dal processo, un risarcimento di 100mila euro alla famiglia, che non si è costituita parte civile. La madre del giovane accusa di «insabbiamento» i vertici della Chiesa milanese, cui a suo tempo si era rivolta, e Papa Francesco di non aver fatto nulla. «Abbiamo incontrato l'oggi arcivescovo Mario Delpini solo una volta nel 2012. Lui seppe dell'abuso quattro giorni dopo i fatti, nonostante ciò un mese dopo spostò don Mauro a Legnano come responsabile della pastorale giovanile. Delpini fu maldestro nella gestione della vicenda. La sua nomina ad arcivescovo da parte del Papa è successiva alla denuncia di mio figlio. E a luglio abbiamo ricevuto una lettera della Nunziatura apostolica che dice che Francesco è al corrente della nostra storia. Delpini però è stato appena nominato membro del Sinodo dei giovani».

L'Arcidiocesi di Milano, si legge in una nota, «prende atto della conclusione del procedimento giudiziario di primo grado a carico di don Mauro Galli» ed «esprime vicinanza al ragazzo coinvolto, alla sua famiglia e a tutti coloro che hanno ingiustamente sofferto». L'Arcidiocesi «resta in attesa dell'esito del processo canonico a carico di don Mauro Galli».

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