Violenze fisiche e verbali. Detenzioni arbitrarie. Le sim tolte dai cellulari per impedire di telefonare, le suole delle scarpe tagliate. Dopo l'accusa di aver falsificato la data di nascita di alcuni minori non accompagnati per poterli respingere come se fossero maggiorenni, il comportamento della polizia francese al confine con l'Italia torna sotto indagine. Ad accusarla di «abusi sistematici» e «episodi di manifesta illegalità» è Oxfam, confederazione internazionale di Ong presente a Ventimiglia dall'agosto dell'anno scorso. Il rapporto pubblicato ieri, «Se questa è Europa», fotografa la situazione della cittadina ligure che dall'estate 2015, quando Parigi chiuse le frontiere, si trova a far fronte a un flusso continuo di profughi che rimangono bloccati lì nell'impossibilità di proseguire per la Francia. Ventitrèmila persone nel 2017, 4.200 nei primi quattro mesi di quest'anno, di cui uno su 4 ha meno di 18 anni. La maggior parte dorme sul greto del fiume Roja.
Come prevede la convenzione di Dublino, il trattato europeo che regola l'asilo, i minori non possono essere respinti: il governo è obbligato a farsene carico. Eppure, come si legge nella relazione, quelli che attraversano la frontiera per chiedere protezione in Francia «non vengono mai messi nelle condizioni di esercitare i propri diritti». I minorenni soli, prevalentemente ragazzi di 16-17 anni, ma anche bambini di 11-12, appena attraversato il confine vengono presi «strattonandoci e urlando», secondo la testimonianza di un 15enne del Sudan e rimessi sul treno regionale per Ventimiglia. Con l'aggravante dell'accanimento. «Gli ridono in faccia, gli dicono Tanto di qui non passi spiega Daniela Zitarosa di Intersos, altra onlus attiva al confine . Ad alcuni aprono il cellulare e portano via la scheda con tutti i contatti della rubrica. Dopo non possono nemmeno più telefonare ai genitori». «A molti hanno tagliato la suola delle scarpe, prima di rimandarli in Italia», aggiunge Chiara Romagno di Oxfam.
Altre voci contenute nel rapporto raccontano di detenzioni arbitrarie all'interno dei locali della polizia ferroviaria francese nell'attesa che faccia mattino e si possa ricominciare con i respingimenti, sospesi durante la notte in base a un accordo con la polizia italiana. Ore trascorse tra violenze fisiche, senza acqua, cibo o coperte. Altri migranti vengono rimandati indietro a piedi lungo strade senza marciapiedi, per quasi dieci chilometri. L'ultima soccorsa dalle organizzazioni umanitarie era una ragazza eritrea con una neonata di 40 giorni in braccio.
Ma le critiche nei confronti delle politiche di accoglienza d'Oltralpe arrivano anche da Parigi.
Giovedì gli attivisti di Aides, associazione che lotta contro l'Aids, hanno inscenato una marcia funebre davanti all'Ufficio immigrazione parigino. Il motivo? Nell'ultimo anno è triplicato il numero di migranti sieropositivi a cui è stato rifiutato l'asilo in Francia e che rischiano l'espulsione verso Paesi non in grado di fornire cure adeguate.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.