Paola Fucilieri
Milano Vicende che drammaticamente si ripetono. In tempi ravvicinati, modalità simili, ragioni sempre più futili, spesso «bagnate» dall'alcol. E che quindi agli inquirenti non serve conoscere, approfondire se non per spiegare a dei genitori inconsolabili, alla disperata ricerca di un motivo a cui appigliarsi, perché il figlio è stato rubato alla vita da dei coetanei in circostanze che di umano hanno poco o nulla.
Ha fatto scuola fin troppo in fretta l'omicidio di Emanuele Morganti, il ventenne massacrato di botte e ucciso per una bevanda una settimana fa fuori da un locale di Alatri, in provincia di Frosinone. Ieri all'alba, a Brescia, è toccata a Yaisy Bonilla - un ventunenne di origine colombiana, accoltellato più volte all'addome, probabilmente da un connazionale fuggito subito l'aggressione, sotto gli occhi della giovane fidanzata (esattamente com'era accaduto in Ciociaria il 25 marzo) a causa di una lite scoppiata all'interno della discoteca «Disco Volante» di via Sagari e poi degenerata fuori dal locale, in un piazzale accanto a via Corsica, periferia sud della città.
Mentre a terra, davanti alla discoteca, restava il suo cappellino rosso con visiera, ultimo simbolo di gioventù e vitalità, Yaisy non ce l'ha fatta. Ricoverato agonizzante all'ospedale Fondazione Poliambulanza, il ragazzo era stato dichiarato in prognosi riservata al termine di un delicatissimo intervento chirurgico e trattenuto nel reparto di terapia intensiva. La complicatissima operazione però non è servita a salvargli la vita: il ventenne è morto nel pomeriggio e il suo decesso è stato annunciato intorno alle 17.
Gli investigatori della squadra mobile sarebbero già sulle tracce dell'omicida. La polizia infatti ieri ha ricostruito i fatti grazie alla testimonianza della fidanzatina di Yaisy, ancora sotto choc per l'accaduto. Per il momento, però, pare venga escluso che si sta trattato di un'aggressione «dettata dalla logica del branco»: non ci sarebbero infatti, oltre all'aggressore, altre persone coinvolte. Insomma, mentre ad Alatri gli indagati per l'omicidio di Emanuele Morganti ieri sono saliti a nove, al momento sembra proprio che a Brescia i fatti si siano svolti diversamente. Si sarebbe trattato quindi di un diverbio tra la vittima e il suo assassino.
In questura sono stati interrogati altri testimoni oltre alla ragazzina che dopo aver resistito al ferimento del suo ragazzo, ha immediatamente dato l'allarme. Si tratta di un gruppo di ragazzi che stazionavano davanti alla discoteca.
«Lavoriamo per ricostruire il movente e trovare l'aggressore - hanno spiegato i poliziotti - e per analizzare i filmati delle telecamere della zona che, grazie alla presenza del locale e di un centro commerciale, non sono poche. Il giovane morto ha qualche precedente, ma ancora non siamo risaliti ai precisi motivi della lite, scoppiata all'improvviso dentro la discoteca e poi riaccesasi fuori dal locale, mentre il giovane si trovava in compagnia della fidanzata e stavano per tornare a casa dopo aver trascorso tutta la notte in questa discoteca che chiude infatti intorno alle 6 del mattino, l'ora in cui Yaisy Bonilla è stato accoltellato a morte».
«Grave e inaccettabile». Così Viviana Beccalossi, assessore regionale della Lombardia e dirigente di Fratelli d'Italia commenta la notizia della morte del giovane ucciso.
«Scene da Far West - aggiunge Beccalossi - che purtroppo sempre più entrano a far parte della cronaca nera di Brescia. Una città, la mia, che faccio sempre più fatica a riconoscere. Chi la sta governando dovrebbe fermarsi un attimo e farsi un esame di coscienza. Così non si può andare avanti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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