Coronavirus

Acquisti separati, l'Aifa blocca le Regioni "Alto rischio di truffe e vaccini pericolosi"

Stop dell'Agenzia del farmaco dopo l'annuncio di alcuni governatori. Ma Zaia rilancia: "Tiriamo dritto, contro di noi attacchi vergognosi"

Acquisti separati, l'Aifa blocca le Regioni "Alto rischio di truffe e vaccini pericolosi"

Continua il pressing delle regioni per avere un via libera all'acquisto diretto dei vaccini sul mercato internazionale ma l'Aifa sbarra la strada ad iniziative autonome: «troppo rischiose». Il governatore del Veneto Luca Zaia insiste: «sui vaccini tiriamo dritto» definendo «vergognoso attaccarci perché vogliamo cercare la profilassi per i veneti». Lo scouting attraverso intermediari procede anche per il Piemonte, il Friuli Venezia Giulia e l'Emilia Romagna. L'assessore al Welfare e vicepresidente della Lombardia, Letizia Moratti, conferma che sono in corso «verifiche per l'acquisto dei vaccini in autonomia».

Ma dall'Agenzia del Farmaco si evidenzia «il pericolo delle possibili truffe collegate alla vendita illegale di vaccini anti Covid». Un traffico illegale da settimane nel mirino della polizia e dei Nas e ora anche in quello dell'Aifa. «La pressione mediatica e politica sul tema delle vaccinazioni ha visto operare intermediari non controllati, che come nel caso dell' Umbria segnalato dai carabinieri, cercano di frodare le amministrazioni, oppure propongono farmaci privi dei requisiti di sicurezza necessari», denuncia il direttore generale Aifa, Nicola Magrini. Dunque avverte Magrini non si può derogare «dal rispetto delle norme per l'importazione dei farmaci, lavorando semmai per far sì che il meccanismo di acquisto centralizzato gestito dalla Commissione Europea diventi più efficiente e rapido». Il timore è che attraverso questi canali di ricerca alternativi si possa «generare uno spazio per l'infiltrazione di prodotti falsificati, pericolosi per i nostri pazienti».

Insomma per l'Aifa le singole regioni non possono garantire la sicurezza degli acquisti. Cautela anche da parte di Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, «È chiaro che c'è una grande necessità di acquisire dosi di vaccini perché è interesse di tutti averne molti a disposizione -avverte Rezza- Ma dovrebbe essere fatto in maniera regolare e trasparente e bisognerebbe prevedere tutti quelli che sono i normali controlli che si fanno per i vaccini».

In particolare Rezza pensa ai vaccini che non sono entrati nella trattativa con la Commissione Europea e che quindi sono acquistabili sul libero mercato. «Se si importassero vaccini cinesi o russi, il tipo di controlli che dovrebbero essere fatti sui siti produttivi dovrebbero avere tutti gli standard previsti dalle agenzie regolatorie occidentali come l'europea Ema, l'americana Fda e l'inglese Mhra, dovrebbero tener conto della sicurezza e della qualità dei vaccini», puntualizza Rezza sottolineando appunto che la decisione finale non può che passare dall'Aifa che al momento non sembra offrire aperture nella direzione richiesta dalle regioni che però appaiono decise ad andare avanti.

«Dobbiamo aprirci tutte le strade, non possiamo aspettare supinamente di iniettare i vaccini che mi dà Roma, quando ho visto le difficoltà di Roma», insiste il presidente del Piemonte, Alberto Cirio. Più conciliante il presidente dell'Emilia Romagna e della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini: «ci deve essere concertazione con il governo» mentre bisogna sollecitare Bruxelles affinchè sia in grado di procurarsi più dosi.

Un parziale soluzione alla frenata della campagna vaccinale potrebbe essere l'allargamento della platea dei destinatari di Astrazeneca

anche agli over 55 soprattutto dopo che l'Organizzazione mondiale della sanità ne ha raccomandato l'uso anche per i più anziani. In tempi stretti è prevista una riunione Aifa, Agenas, regioni, per arrivafre ad una soluzione.

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