Il Califfo è morto, lunga vita al Califfo. Quante volte abbiamo sentito annunciare il passaggio a miglior vita di Abu Bakr al-Baghdadi, il torvo fondatore dello Stato Islamico in Siria e in Irak, altrimenti detto Isis? L'autoproclamato Califfo aveva annunciato il ritorno del potere temporale jihadista all'inizio del 2014 nell'antica moschea di al-Nouri a Mosul, strappata a un esercito iracheno debole e demotivato. Era il momento del massimo fulgore dell'Isis, in grado di attirare da mezzo mondo decine di migliaia di combattenti volontari, eppure già allora circolavano voci sulla morte (o almeno sul ferimento) di al-Baghdadi in qualche raid aereo.
Voci incontrollate e poi smentite dai fatti, come altre che si sono ripetute in questi tre anni e mezzo. Gli ultimi a riproporre la notizia sono stati alcune settimane fa i russi, che fecero sapere di aver buone ragioni per ritenere di aver fatto fare al Califfo la stessa fine che nel giugno del 2006 gli americani avevano fatto fare ad Abu Musab al-Zarqawi, il capo di Al Qaida in Irak ucciso in un bombardamento mirato insieme con i suoi «colonnelli».
Conferme non ne sono arrivate, ma da ieri la televisione irachena al-Sumaria diffonde la notizia - citando come fonte ambienti jihadisti nella provincia di Ninive - non solo dell'effettiva scomparsa di al-Baghdadi, ma soprattutto della sua presunta conferma da parte dello stesso «Stato islamico», che si accingerebbe ad annunciare il nome del suo successore. Anche l'Osservatorio siriano dei diritti umani rilancia la notizia come vera.
Al momento, in mancanza di riscontri concreti, la cautela è d'obbligo. I più prudenti sono gli ambienti militari americani: il Pentagono ha fatto sapere di non avere alcuna informazione a conferma della notizia, mentre il colonnello Joe Scrocca, che dirige la comunicazione della coalizione militare internazionale a guida Usa, è un po' più loquace, oltre che ironico. «Non possiamo confermare questa informazione, ma speriamo sia esatta» ha scritto in una mail. Comunque, ha aggiunto, «raccomandiamo fortemente allo Stato islamico di applicare una forte linea di successione, ne avrà bisogno».
Anche la Casa Bianca ha rilasciato un comunicato più che prudente in merito alla presunta morte violenta di al-Baghdadi. «Prendiamo qualsiasi notizia di questo tipo con una grande dose di scetticismo - ha detto il consigliere Sebastian Gorka a Foxnews -. Rilasceremo una dichiarazione quando conosceremo i necessari fatti».
Questi fatti potrebbero essere di due tipi: o il rinvenimento del cadavere del Califfo o una dichiarazione ufficiale dell'Isis simile a quella rilasciata da Al Qaida quando fu ucciso Osama bin Laden in Pakistan.
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