Coronavirus

"Adeguiamo la strategia al momento. Con Omicron inutile bloccare il Paese"

Il direttore dello Spallanzani: "Decisive le evidenze scientifiche. Guardiamo a quello che accade negli Usa e snelliamo le procedure"

"Adeguiamo la strategia al momento. Con Omicron inutile bloccare il Paese"

Quarantene più brevi. Tamponi esclusivamente ai sintomatici e bollettino soltanto per i positivi con sintomi. Distinguere tra i ricoverati a causa della gravità della malattia da chi va in ospedale per altri motivi e si scopre positivo. Sul tavolo del governo si affollano le richieste delle Regioni preoccupate che il Paese si paralizzi a causa della diffusione di Omicron anche se per fortuna i casi gravi sono limitati. Il professor Francesco Vaia, direttore sanitario dell'Inmi Spallanzani di Roma, apre a una modifica dei protocolli possibile però soltanto sulla base delle più recenti evidenze scientifiche.

Professor Vaia è d'accordo sulla riduzione delle quarantene?

«Sì ma non stiamo sottovalutando il virus. Occorre adeguare la strategia alla fase della pandemia che si affronta in un determinato momento. Omicron è molto contagiosa ma meno aggressiva della Delta. Visto che assistiamo a una circolazione imponente del Covid è dovere della sanità pubblica verificare se sia possibile evitare di bloccare il Paese».

Quindi condivide le proposte delle Regioni?

«Premetto che le Regioni hanno lavorato benissimo sulla campagna vaccinale e hanno dato il massimo per proteggere i cittadini. Le scelte da fare rispetto alla gestione della pandemia però le dobbiamo basare sulle evidenze scientifiche, al di là delle legittime richieste delle Regioni. I cittadini devono fidarsi della scienza. Abbiamo sostenuto con forza l'efficacia dei vaccini che viene confermata ogni giorno: proteggono dalla malattia grave. Sembra che la curva epidemica stia raggiungendo il plateau. Se questo andamento si consolida dobbiamo snellire le procedure di isolamento e quarantena».

Come potrebbe cambiare la quarantena?

«Guardiamo a quello che accade in Usa dove gli studi scientifici hanno verificato che Omicron è contagiosa due giorni prima dei sintomi e tre giorni dopo la comparsa. Ritengo che per le persone positive ma vaccinate e asintomatiche dopo 5 giorni di isolamento la quarantena possa terminare. Per chi ha avuto contatto con positivi, se asintomatici basta l'autosorveglianza e per massima precauzione mascherine Ffp2. Questo consentirà di non bloccare il Paese».

Durante le festività abbiamo assistito alla corsa al tampone, file chilometriche davanti ad hub e farmacie. Serve?

«I tamponi dovrebbero essere effettuati soltanto se sintomatici. Tutti gli sforzi degli operatori sanitari devono convergere sulla campagna vaccinale. Inutile il tampone per gli asintomatici vaccinati per uscire dalla quarantena. Facciamo prevalere la clinica: se una persona sta bene non ha neppure un sintomo è inutile fare il tampone».

Pensa che sarà necessaria la quarta dose?

«Non credo nella quarta o quinta o sesta dose. Ritengo che questa variante presenti caratteristiche di stagionalità e che dunque sia possibile si avvii a diventare endemica. Quindi ci possiamo aspettare un vaccino stagionale in autunno come per l'influenza, sempre aggiornato per coprire rispetto alle varianti che circolano».

Che cosa pensa della proposta di non conteggiare come ricoveri dovuti a coronavirus i pazienti ospedalizzati per altre patologie e poi risultati positivi che si affianca a quella di non conteggiare più nel bollettino gli asintomatici ma soltanto i malati?

«Ho sempre sostenuto che il dato generale sui contagi sia meno importante di quello sulle ospedalizzazioni e le terapie intensive. I dati vanno raccolti e sono importanti per capire lo stato delle cose. Questo non significa che non vadano approfonditi.

Negli ospedali deve sopravvivere una rigida separazione tra positivi e non però poi in un'analisi più approfondita possiamo distinguere tra chi è positivo asintomatico ed è ricoverato per una frattura e chi invece è ospedalizzato in conseguenza del Covid».

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