"Adesso Donald vuole ottenere un risultato. I Tomahawk hanno spinto Mosca a trattare"

Il docente, Carlo Masala: improbabile un attacco russo su scala europea

"Adesso Donald vuole ottenere un risultato. I Tomahawk hanno spinto Mosca a trattare"
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Il primo "matto" della politica estera americana fu Richard Nixon. Con lui nacque la "madman theory": molte delle sue scelte internazionali erano spiegate dagli analisti come il tentativo di convincere i leader del mondo comunista che alla Casa Bianca era seduto un uomo irrazionale e instabile e che quindi un qualsiasi gesto sopra le righe avrebbe avuto conseguenze pericolose. Poi è arrivato Donald Trump. "L'analogia c'è", dice Carlo Masala, docente di politica internazionale all'Università della Bundeswehr (le forze armate tedesche) di Monaco di Baviera. "Con una differenza: ai tempi del Vietnam Nixon usava la sua strategia con gli avversari. Trump è imprevedibile anche per gli alleati: si comporta così per raggiungere tutti gli obiettivi. In ogni caso nessuno riesce a capire la sua prossima mossa".

Masala in Germania è una celebrità: di padre italiano e madre tedesca, fino ai 6 anni ha vissuto in Sardegna. A Berlino e dintorni è uno dei più ascoltati studiosi di questioni politico-militari; con la guerra in Ucraina i suoi libri sono diventati bestseller. L'ultimo ("Se la Russia attacca l'Occidente") è pubblicato in Italia da Rizzoli.

Oggi c'è l'atteso vertice tra Zelensky e Trump alla Casa Bianca. Il leader ucraino chiede i missili Tomahawk.

"Alla fine non credo ne verrà fuori molto. Trump vuole che i russi tornino al tavolo negoziale e il fantasma dei missili gli serve per questo. Ormai è presidente ormai da nove mesi. L'argomento che la guerra non sarebbe iniziata se ci fosse stato lui inizia a perdere peso. Vuole ottenere qualche risultato"

E intanto gli gli europei soffrono del solito problema: l'incapacità di mettersi d'accordo.

"Francamente non ci sono molti campi in cui l'Europa ha fatto reali progressi negli ultimi due anni. C'è stato l'accordo sull'aumento delle spese per la difesa, ma poi se si guarda ai numeri reali, i grandi Paesi non si sono mossi molto. La Germania è l'eccezione perche, vista la situazione di bilancio, può finanziare le spese con il debito. Per Francia o Italia non è lo stesso".

Ma anche in Germania si litiga su una punto di importante, l'aumento degli effettivi delle forze armate.

"Berlino si è impegnata ad aumentare il numero dei soldati. C'era l'accordo perchè questo avvenisse su base volontaria. Poi Cdu e Csu hanno chiesto un meccanismo per cui se non si riuscisse a raggiungere l'obiettivo subentrerebbe una qualche forma di servizio obbligatorio. Lo stesso ministro della Difesa ha bloccato tutto. Anche se più del 60% della popolazione è favorevole al servizio obbligatorio".

Dall'altra parte gli esperti sono divisi sulla Russia: c'è chi parla di un Paese esausto e chi sostiene che sta aumentando le sue riserve.

"Sono vere tutte e due le cose. In questo momento non potrebbe permettersi un attacco a un altro Paese Nato perchè è completamente assorbita dall'Ucraina. Ma può schierare in campo 1,5 milioni di uomini, costruisce ogni anno 600 missili balistici e da crociera che mette nei depositi così come centinaia di carri armati. In futuro l'esercito russo sarà il più forte e l'unico ad vere esperienza concreta di guerra.

Quindi?

"La cosa più probabile è che non ci attaccherà con una guerra su larga scala.

Il responsabile dei servizi segreti esterni tedeschi ha detto di avere le prove che a Mosca alcuni circoli siano convinti che l'articolo 5 del trattato Nato, quello che stabilisce la comune solidarietà in caso di attacco, non sia ormai più applicabile. Faranno un test non con un grande attacco ma con una provocazione più limitata".

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