Adesso il governo scatena i magistrati

Altro che riforma, il governo dà pieni poteri alle toghe nelle leggi anti corruzione e sul falso in bilancio. Aziende e cittadini diventano presunti colpevoli

Adesso il governo scatena i magistrati

Roma - Vendetta numero uno. Forza Italia si sfila dal Patto del Nazareno? E il governo Renzi conferisce ai magistrati il potere assoluto di indagare su eventuali reati fiscali di ogni cittadino (un nome a caso? Silvio Berlusconi).

Ieri un vertice di maggioranza al ministero della Giustizia ha sfornato il nuovo testo del ddl anticorruzione, attualmente all'esame del Senato. Secondo quanto affermato dal Guardasigilli Andrea Orlando, «l'unica ipotesi sulla quale ci siamo riservati di lavorare ulteriormente è quella della riscrittura della norma del falso in bilancio per la quale si intende escludere la procedibilità a querela e di estendere invece a tutte le fattispecie la procedibilità d'ufficio». In buona sostanza, sarà il pm a decidere di volta se perseguire l'ipotesi di reato oppure se lasciar perdere. È chiaro che su un terreno dove il confine tra la norma e la violazione è sempre sottile si lascia al magistrato un'ampia facoltà di decisione. E, senza voler essere pretestuosi, si può anche legittimamente sospettare che alcuni giudici possano approfittarne. In ogni caso, il ddl avrà una corsia preferenziale a Palazzo Madama, dopo due anni di parcheggio, e se Renzi userà la maggioranza «sinistra», non solo chi ha truccato i bilanci ma anche chi ha commesso errori di valutazione rischierà grossissimo. Le pene per il reato di falso in bilancio, così come per gli altri reati corruttivi, saranno aumentate, mentre ci saranno gli sconti per i collaboratori.

A tutto ciò si aggiunge l'intenzione dell'esecutivo di sciogliere il rebus dell'articolo 19-bis della delega fiscale. La contestata norma sulla non punibilità penale fino al 3% dell'imponibile per i reati fiscali e impropriamente definita «salva Berlusconi» sarà rivista. Si pensa, comunque, al mantenimento di una soglia percentuale di franchigia e alla contestuale introduzione di un tetto economico in cifra fissa, in maniera tale da ridurre ex ante la platea dei potenziali beneficiari.

Sarà poi escluso il reato di dichiarazione fraudolenta e si sfrutterà il bailamme mediatico per una nuova campagna antiberlusconiana, anche se il Cavaliere, probabilmente, non ne avrebbe mai beneficiato. Resta, tuttavia, il sospetto che questi nuovi indirizzi abbiano un intento punitivo nei confronti del presidente di Forza Italia che, però, avrà altre modalità per recuperare la piena agibilità politica.

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