Adesso Renzi rigira la frittata: "Non personalizzo referendum"

Il premier punta il dito contro il fronte del "no": "Sono a disagio sui contenuti". Brunetta: "Personalizzare? Renzi è da Tso"

Adesso Renzi rigira la frittata: "Non personalizzo referendum"

È stato il primo a "metterci la faccia", a dire che avrebbe lasciato Palazzo Chigi in caso di no alle riforme costituzionali. Eppure Matteo Renzi prova a rigirare la frittata e ora che rischia seriamente la sconfitta punta il dito contro gli avversari.

"Personalizzare lo scontro non è il mio obiettivo", dice adesso il premier nella sua enews, "Ma è quello del fronte del no che, comprensibilmente, sui contenuti si trova un pò a disagio: ma davvero vogliono mantenere tutte queste poltrone? Questo bicameralismo che non volevano nemmeno i costituenti e che furono costretti ad accettare per effetto dei veti incrociati? Questa confusione insopportabile sulla materia concorrente tra Regioni e Stato centrale?".

Le parole del premier hanno immediatamente scatenato la reazione delle opposizioni. "Contrordine compagni. Renzi che aveva per primo e unilateralmente personalizzato il referendum costituzionale adesso accusa le opposizioni. Roba da trattamento sanitario obbligatorio", accusa su Facebook Renato Brunetta, "Il premier deve avere proprio una folle paura di perdere. Ma c’è anche un contrordine compagni bis. Renzi che aveva rifiutato per il referendum sulle trivelle il voto anche il lunedì, adesso pare, colpito sulla via di Damasco, che abbia cambiato idea, noi pensiamo sempre per una folle paura. Per paura di perdere le elezioni amministrative, ma soprattutto per paura di perdere il referendum confermativo. Qualcuno deve avergli detto che se va più gente a votare forse lui perde di meno.

A noi comunque fa piacere che si voti anche il lunedì, non aveva fatto piacere che si votasse solo in una giornata al referendum sulle trivelle. Quindi, bene che si voti anche il lunedì perchè Renzi sarà sconfitto ancora di più, sarà un boomerang per Renzi".

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