Adozioni gay in Senato, il Pd s'affida al pallottoliere

Numeri in bilico. I promotori del Family Day al Ncd: se la legge passa, mollate il governo

Adozioni gay in  Senato, il Pd s'affida al pallottoliere

Roma - Inizia oggi nell'aula del Senato la giostra dei voti sulle unioni civili.La maggioranza è tranquilla sul primo giro: si votano - a scutinio palese - le pregiudiziali di costituzionalità, presentate da varie opposizioni ma anche da Ncd, e verranno serenamente bocciate. Solo la settimana prossima si entrerà nel vivo del provvedimento, con i voti su articoli ed emendamenti e la possibile incognita degli scrutini segreti. È scontato che ci siano sulle materie attinenti agli articoli 30 e 31 della Costituzione, che trattano di famiglia e soprattutto di figli, e quindi sugli emendamenti che riguardano la stepchild adoption. I conti, in casa Pd, sono relativamente ottimisti e parlano di una maggioranza tra i 158 e i 160 voti, che dovrebbe garantire al testo del ddl Cirinnà di passare intatto in aula, salvo piccole modifiche «migliorative», e che non toccano nulla della sostanza. A meno che, e su questo nessuno mette la mano sul fuoco, i Cinque stelle non approfittino dell'anonimato per giocare qualche tiro mancino.Una parte delle opposizioni teorizza però che l'intero provvedimento, nel voto finale, debba essere sottoposto a scrutinio segreto: ipotesi respinta ad esempio dal costituzionalista ed ex senatore dem Stefano Ceccanti: «Nel testo prevale il richiamo all'articolo 2, che tutela le formazioni sociali, e dunque non rientra nelle materie che prevedono il voto segreto». La decisione spetta al presidente Grasso, che del resto si è pubblicamente speso per il riconoscimento delle unioni civili.Intanto le conseguenze del Family day si fanno sentire, ma in senso contrario a quello auspicato dal Circo Massimo: le parole d'ordine oltranziste della piazza dividono il fronte cattolico, e la stessa Ncd si rende conto che rischia l'irrilevanza se Matteo Renzi riuscirà, senza Alfano, ad approvare il testo, incassando un successo storico. Mentre dall'altro lato i promotori del Family Day strattonano i poveri alfaniani: «Se passa il ddl dovete aprire la crisi di governo, altrimenti dimostrerete di aver preferito la poltrona». Per questo sono iniziate le avance centriste al Pd: siamo pronti a votare il testo purché vengano espunte le adozioni, è la proposta. Almeno così, è il ragionamento, Ncd potrà vantare di aver ottenuto un risultato significativo senza rompere la maggioranza.

Renzi però non sembra sentirci da quell'orecchio: per guadagnare qualche voto di Ncd (neppure tutti, perché i parlamentari di Alfano sono divisi tra loro, con posizioni che vanno dal fondamentalismo di Sacconi al liberalismo di Cicchitto), rinunciando alle adozioni se ne perderebbero molti di più a sinistra. La speranza dei renziani è di portare a casa il ddl entro metà febbraio, per mandarlo subito alla Camera. Dove approvare il testo, a quel punto blindato, sarà una passeggiata.

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