Affitti vietati nelle colonie. E Airbnb boicotta Israele

La motivazione: "Sono terre occupate". Ma con altri Paesi un metro diverso. Il governo protesta

Affitti vietati nelle colonie. E Airbnb boicotta Israele

Gerusalemme - Non si è mai visto che Airbnb, l'organizzazione che affitta in tutto il mondo camere e case ai turisti, si sia data pena di fare giustizia nel mondo, e abbia quindi messo fuori dalle sue liste gli appartamenti dei turchi a Cipro, o quelli dei marocchini in Sahara, o dei cinesi in Tibet, o dei Russi in Crimea. Ovvero abbia cacciato virtualmente gli occupanti dalle aree di occupazione. Ma quanto a doppio standard Israele è l' obiettivo ideale di ogni persecuzione, lo insegnano da un'alta cattedra l'Unione Europea e l'Onu che prendono di mira con le loro risoluzioni quasi soltanto lo Stato Ebraico ignorando i grandi violatori dei diritti umani, gli assassini e i dittatori.

Sulla loro scia sono stati messi fuori dal grande gestore dell'affitto facile circa 200 appartamenti che appartengono a cittadini di Israele in Giudea e Samaria. Airbnb, famosa per le sue politiche popolari (esaltate con un cambio di gestione nel 2016, dopo che si notò che era razzista, perché cercava di evitare affittuari neri) ha seguito i grandi maestri: in un farraginoso documento di spiegazione chiama quella zona «the occupied West bank», allude a sicurezza, giustizia, pace, sofferenza, confacendosi in questo modo alla narrativa dei palestinesi, dato che per la definizione legale internazionale si tratta invece di «territori disputati», e ficcandosi nella zuppa antisemita del Bds, ovvero nel movimento per il boicottaggio di Israele, proibita, per esempio, da 25 su 50 stati americani. I ministeri della Giustizia e del Turismo israeliano preparano la loro risposta.

Gli appartamenti degli ebrei non piacciono a Airbnb, che ha pensato alla mossa solo pochi giorni prima una Ong famosa per i suoi pregiudizi antisraeliani, Human Rights Watch, pubblicasse il suo «report» sulle attività che svolge nell'West Bank: Arvind Ganesan, direttore della Ong si è molto vantato delle bella mossa di aver messo in difficoltà duecento famiglie che affittano stanze, mentre si è augurato che molte altre attività vengano bloccate.

Saeb Erakat, cosiddetto negoziatore, in realtà rabbioso negatore di ogni diritto di esistenza di Israele, ha ringraziato per la condanna a quella che definisce «un'attività coloniale». Mai ha detto una parola sull'Iran o gli hezbollah in Siria. Chiede dunque di boicottare sempre di più, sempre meglio, tutto e tutti, e sa bene che il Bds boicotta Israele nel suo insieme, e i territori sono solo una scusa.

E non importa se il Bds è stato smascherato per un movimento legato ai più rabidi gruppi antisemiti e di finanziamento del terrorismo. Lo sa certo anche l'accorto Airbnb. Ovviamente, Airbnb nel spiegare con un documento farraginoso la sua posizione garantisce che lo fa per spingere avanti una pace «duratura», vuole «una cornice per risolvere questo conflitto e un sentiero chiaro che indichi il cammino».

Ma se si guarda bene in questa cornice si vede la foto di Arafat, quella di Abu Mazen e forse anche quella del capo di Hamas, Sinwar.

Si vedono i libri di testo delle scuole palestinesi che insegnano a odiare gli ebrei, i missili di Hamas che passano nel cielo, si leggono le dichiarazione di Abu Mazen che rifiuta ogni trattativa. Un boicottaggio di questo genere spinge a scegliere il vecchio caro albergo, anche solo a 3 stelle, abbandonando la stanza in affitto.

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