Potrebbe chiudersi presto con le manette ai polsi la parabola di Harvey Weinstein. La polizia di New York ha raccolto abbastanza prove nell'inchiesta sulle accuse di violenza sessuale contro il produttore, tanto da essere pronta a procedere alla richiesta di un mandato di arresto. Lo ha detto il capo dei detective di New York, Robert Boyce, specificando che spetta al procuratore distrettuale di decidere se e quando incriminare Weinstein. «Ora il caso è in mano sua, lo chiederei a lui», ha detto parlando del procuratore distrettuale, Cyrus Vance, Jr. Mentre un poliziotto newyorkese, citato dal Daily Beast, ha detto che il dipartimento «è pronto a procedere con l'arresto». L'inchiesta è stata avviata lo scorso ottobre dopo che l'attrice Paz de la Huerta ha accusato Weinstein di averla violentata due volte nel 2010. Poi sono emerse altre denunce e gli investigatori newyorkesi si sono recati a Los Angeles e Parigi per ascoltare la de la Huerta ed altre donne. A cui si sono sommati documenti e referti medici, che insieme fanno «un bel po' di prove», come le ha definite il capo degli investigatori.
Intanto in Gran Bretagna scoppia una nuova polemica su sessismo e discriminazione. La Bbc ha deciso di non inviare ai prossimi Giochi del Commonwealth, in Australia, la giornalista sportiva Helen Skelton. La tv pubblica si è giustificata parlando di un generico taglio dei costi e degli inviati in Sustralia. Ma il sospetto è che la decisione sia invece ben motivata e dipenda dal fatto che la conduttrice fosse stata criticata e attaccata in Rete per le sue gonne troppo corte e le scollature generose esibite durante le Olimpiadi di Rio del 2016.
Da allora, la conduttrice ha continuato a vestirsi nel suo stile, senza preoccuparsi degli insulti che hanno sommerso il web. Ora invece - riferiscono fonti vicine alla giornalista, che è anche mamma di un bimbo di due anni - pare che Helen sia dispiaciuta per l'accaduto. E come darle torto. Sembrava fatta. Forse è sfumata per una minigonna.
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