«Ora occorre fare presto perché circa la metà dei voucher in agricoltura viene impiegata per la vendemmia che quest'anno parte con gli inizi di agosto». «Saremo in piazza, davanti al Parlamento, con tutti i lavoratori contro il ripristino dei voucher».
Eccole le due Italie spaccate sul decreto dignità che arriva domani in aula alla Camera. Da una parte Coldiretti, i viticoltori, Confagricoltura, quel mondo che scalpita per la reintroduzione dei buoni lavoro perché dai primi di agosto spera di raccogliere i risultati di quella che viene pronosticata in modo unanime dagli esperti come «un'ottima annata», grazie alle condizioni climatiche particolarmente favorevoli durante il periodo di fioritura. Dall'altra la Cgil, la Cisl, Uil, l'universo di sigle sindacali che si mobilita nelle piazze per fermare il ripristino dello strumento che il governo Gentiloni aveva eliminato proprio di fronte al referendum abrogativo promosso dalla sigla di Susanna Camusso. In mezzo ci sono Lega e Cinque Stelle, in equilibrio tra l'alleanza di governo e le istanze cui sono chiamati a rispondere dai due opposti schieramenti di elettori. Con Matteo Salvini che dopo le polemiche degli imprenditori del nord sulla stretta dei contratti a termine, aveva promesso ritocchi e in compensazione aveva assicurato il ritorno dei buoni lavoro. E con il ministro Luigi Di Maio che è determinato a non «annacquare» la sua battaglia campale contro il precariato di cui il decreto è portabandiera.
La corsa all'approvazione prima della pausa estiva non è solo una questione politica. Il tempo stringe perché i viticoltori chiedono di introdurre lo strumento prima della raccolta, quest'anno anticipata al 20 agosto, e per cui è atteso un «picco di richiesta di manodopera agricola». L'auspicio è di rivedere i voucher in «una forma possibilmente simile a quella con la quale furono sperimentati per la prima volta dieci anni fa, proprio in occasione della vendemmia», dicono da Confagricoltura di Bergamo. E se «esistono già, con un perimetro definito e regolamentato», attaccano dalla Cgil, gli agricoltori lamentano che il cosiddetto contratto di prestazione occasionale ha «un sistema complicato che ne ha ridotto l'utilizzo». Meno del 2% del totale dei voucher - ricorda la Coldiretti - è stato impiegato in passato in agricoltura, «dove il numero di voucher è rimasto stabile dal 2011, senza gli abusi degli altri comparti. Negli ultimi cinque anni ne sono stati venduti 2 milioni, in linea con i cinque precedenti. La loro abolizione ha azzerato lo scorso anno questa opportunità nelle campagne».
L'associazione stima che in gioco ci siano circa 50mila posti di lavoro occasionali solitamente appannaggio soprattutto di studenti e pensionati, per un valore di 22 milioni di euro all'anno.
Allo studio del governo c'è la reintroduzione ma solo per agricoltura e turismo «con forme di tutele maggiori», ha precisato ieri il ministro alle Attività Produttive Gianmarco Centinaio in commissione. Il tempo stringe, la stagione estiva è ormai inoltrata e quella della raccolta sta per iniziare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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