Politica

Air Italy chiude e il governo non sapeva nulla

Compagnia in liquidazione da ieri. A rischio altri 1.200 posti di lavoro

Paolo Stefanato

Da ieri Air Italy, ex Meridiana, ex Alisarda, seconda compagnia aerea italiana con 57 anni di storia, ha cessato di esistere. Gli azionisti, l'Aga Kan (51%) e Qatar Airways (49%) hanno deciso per la strada della liquidazione in bonis, cioè volontaria e sottratta alle procedure fallimentari, lasciando a terra, con effetto immediato, gli aerei della flotta. Fino al 25 febbraio chi ha già il biglietto sarà servito con aerei di altre compagnie, successivamente sarà riprotetto o rimborsato. La decisione di applicare il codice civile (liquidatori sono Enrico Laghi e Franco Lagro), con l'impegno «al pagamento di tutti i dipendenti e dei creditori» - come scritto ieri dal presidente Roberto Spada al personale ha in qualche modo spiazzato il governo, al quale non viene richiesto nulla (né cassa integrazione né altre formule di sostegno), ragione che gli lascia poche carte da spendere.

La ministra dei trasporti Paola De Micheli ha chiesto un incontro urgente invitando la società a sospendere ogni atto: «Non è accettabile la decisione di liquidare un'azienda di tali dimensioni senza informare prima il governo». Ma, a parte trovare un improbabile compratore, le armi della politica sono piuttosto spuntare; a meno che a qualcuno non venga la bella idea di accorpare la compagnia ad Alitalia, magari poi nazionalizzando tutto insieme.

La notizia ha fatto naturalmente grande scalpore, anche se era stata preceduta da indiscrezioni, e se la crisi dei conti era abbastanza conosciuta. Negli ultimi esercizi c'è stato un progressivo peggioramento, e nel solo 2019 su 330 milioni di fatturato le perdite sono ammontate al 70%, pari a 230 milioni. Una voragine. Ora gli azionisti avrebbero dovuto ricapitalizzare, viste le avverse condizioni di mercato; qui i contrasti, Qatar pronta a investire ancora, l'Aga Khan no. Quesito: una società messa così male avrà patrimonio sufficiente per ripagare tutti i creditori? Improbabile, ma i due soci dimostrano la ferrea volontà e l'impegno di pagare tutti fino all'ultimo centesimo.

Come si è arrivati a questo drammatico traguardo? Dopo l'ingresso di Qatar Airways nel 2017, l'attività operativa (delegata al socio arabo) è stata confusa e sfortunata. Gli aerei hanno volato su un network privo di logiche precise, con frequenti lanci di nuove destinazioni di lungo raggio operate per brevi periodi e poi chiuse; Bangkok, Nuova Delhi, Mumbai e poi Stati Uniti e Canada, dove alcuni voli sono stati aperti, chiusi, riaperti.

Negli Stati Uniti Air Italy è stata guardata con sospetto per il suo legame con il Qatar. Poi c' è stata la malasorte che ha colpito i Boeing 737 Max; la compagnia ne aveva tre, costretti a terra dopo gli incidenti che hanno messo in ginocchio il modello e il suo costruttore. Poi ci sono stati problemi sindacali: il piano industriale ha scelto come hub Malpensa, ma 480 dei 1459 dipendenti non hanno accettato il trasferimento e si sono «barricati» a Olbia.

E proprio a questo spinoso argomento è riferita un'indiscrezione di ieri che, per quanto singolare, non può non essere registrata. La liquidazione sarebbe solo un modo per azzerare la società, da far rinascere in tempi brevi a Malpensa, con gli stessi soci e con personale riassunto secondo le necessità.

Se siano pure fantasie lo si capirà dai fatti.

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