«Aiuto, aiuto, mio padre mi ha sparato, aiutatemi». Sono le ultime parole pronunciate da Alfredo Pasquini, 26 anni, che ieri ha chiamato i soccorsi dopo che Loris, il genitore di 73 anni, ex ferroviere, lo ha colpito con un colpo di pistola. Il giovane voleva rimanere aggrappato alla vita, ma non ce l'ha fatta.
La tragedia è avvenuta ieri pomeriggio a Roncitelli di Senigallia e l'assassino è già in prigione con l'accusa di omicidio, dopo essere stato ascoltato a lungo dai carabinieri. Ma i contorni della vicenda sono ancora tutti da chiarire. Si sa che dopo le 17.30 la vittima ha telefonato, denunciando l'accaduto e chiedendo un'ambulanza in via Sant'Antonio 128. Stando alla prima ricostruzione tutto sarebbe accaduto nella villetta divisa in due abitazioni e al momento dell'omicidio in casa erano soli. Quando i sanitari del 118 sono arrivati sul posto, insieme ai carabinieri del reparto operativo di Ancona, coordinati dal tenente colonnello Emanuele Fanara e ai colleghi della compagnia di Senigallia, hanno capito subito che per il 26enne non c'era più nulla da fare.
Alfredo, colpito al collo da un proiettile che lo ha raggiunto alla giugulare, era già morto e l'eliambulanza, che si era già alzata in volo, è tornata indietro. Poco dopo è stato fermato Loris, il genitore del ragazzo. È separato dalla moglie e vive con una nuova compagna, che non era nell'appartamento al momento della tragedia. Non è ancora chiaro se il gesto sia avvenuto al termine di una lite o se invece il colpo sia stato esploso a bruciapelo.
I rapporti tra padre e figlio non erano buoni e chi li conosceva ha raccontato che litigavano spesso. Ma cosa abbia trasformato il genitore in killer non è ancora chiaro. I carabinieri lo hanno fermato e stanno cercando di accere se l'arma fosse o meno regolarmente detenuta.
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