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"Serve una messa a punto...". E ora si apre il fronte sul governo

Per Enrico Letta la squadra di governo non va cambiata. Ma Salvini e Giorgetti chiedono un incontro a Draghi: "Serve una messa a punto"

"Serve una messa a punto": si apre il fronte sul governo

"Dimissioni? Per affrontare questa nuova fase serve una messa a punto". Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, torna sul giallo delle sue dimissioni. Un'ipotesi che ha cominciato a circolare in mattinata, quando ai cronisti riuniti a Montecitorio il titolare del Mise ha detto: "Io via? Magari c'è da migliorare la squadra". E avrebbe aggiunto: "Per alcuni questa giornata porta al Quirinale per me porta a casa". Ma Palazzo Chigi intanto smentisce che siano arrivate richieste di dimissioni, e nel tardo pomeriggio lo stesso ministro afferma: "Vado avanti"

Visto il vociare dopo le parole del leghista, Giorgetti ha delineato i contorni delle sue affermazioni: "Elezioni e referendum non blocchino l'esecutivo. Il Governo con la sua maggioranza adotti un nuovo tipo di metodo di lavoro che ci permetta di affrontare in maniera costruttiva i tanti dossier, anche divisi, per non trasformare quest'anno in una lunghissima, dannosa campagna elettorale che non serve al Paese. Serve un cambio di codice tra alleati". E, poco dopo, arriva a Palazzo Chigi una richiesta ufficiale da Matteo Salvini e Giorgetti per un incontro con il presidente del Consiglio. Per adesso, quindi, Salvini non ha fatto alcun cenno alle possibili dimissioni del suo braccio destro.

"Ora" dopo l'ok al Colle "si ricomincia a lavorare, ma se c'è una crisi aziendale non è che la colpa può essere della Lega e di Giorgetti, magari è una cosa di tre anni fa quando Giorgetti non era al Mise. Se comincia questo gioco qui allora non si finisce più", continua Giancarlo Giorgetti, a chi gli chiede se lascerà il minsitero dello Sviluppo economico. Sempre fuori da Montecitorio, il ministro ha spiegato che "il governo deve essere cosciente di quello che lo aspetta. Siccome finora abbiamo lavorato molto bene, per continuare a lavorare bene e anche meglio, sarà il caso di stabilire come ci comportiamo in certi momenti. Lo dico per senso di responsabilità istituzionale. Noi stiamo facendo delle proposte costruttive, non distruttive, vorrei che fosse chiaro. Cerchiamo di dare un contributo per evitare problemi in futuro".

False, quindi, le voci di dimissioni? "Io ho posto un tema con tranquillità e anche per serietà - aggiunge -. Siamo contentissimi di come è finita e poi si ricomincia a lavorare. Ma se c'è una crisi aziendale non è che la colpa può essere della Lega di Giorgetti. Se comincia questo gioco qui non finisce più. Sto dicendo che andiamo avanti però le cose vanno tarate".

Nel governo regna il caos. Anche se il segretario dei dem Enrico Letta, davanti all'ipotesi di un rimpasto, ha precisato: "Per noi il governo va bene così". Della stessa linea sono Roberto Speranza e Giuseppe Conte ("Il M5s non ha mai espresso l'esigenza di un rimpasto: è una roba sulla quale noi non abbiamo nessuna sensibilità. Noi vogliamo un patto per il Paese e siamo disposti a rinnovare il nostro impegno"). Salvini ai microfoni del Tg1 dice: "Rimpasto? Ne parleremo con Draghi, se c'è qualche ministro che non ha voglia di lavorare o di non essere coerenti è giusto che ne parliamo ma da lunedì. Mentiremmo se dicessimo che non c'è nessun problema, sarà un anno complicato.

Meglio che al governo ci sia una squadra compatta, se qualcuno non ha voglia di lavorare o ha voglia di distruggere bisogna essere coscienti e coerenti".

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