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Alfano preferisce l'islam più duro

Nella nuova Consulta anche chi si è rifiutato di firmare la carta dei valori italiani

Alfano preferisce l'islam più duro

Fuori i moderati e dentro i radicali. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha presieduto al Viminale due giorni fa un incontro con i rappresentanti di varie comunità e associazioni islamiche, praticamente una nuova Consulta. Al suo interno siedono sette membri dell'Ucoii (Unione delle Comunità e Organizzazioni islamiche in Italia), il segretario generale della Moschea di Roma, Abdellah Redouane, i rappresentanti delle moschee di Napoli e Palermo e tre donne velate.

Ahmad Ejaz, pachistano musulmano in Italia dall'89, mediatore culturale e per 10 anni membro della Consulta per l'Islam, è sbigottito: «Non capiamo perché a rappresentare la vasta comunità islamica in Italia debbano essere dei religiosi che spesso nulla sanno dell'integrazione e che a volte nemmeno parlano bene l'italiano».

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