Cronache

Allarme badanti, è caos quarantena

Il rischio dell'isolamento nelle abitazioni degli anziani assistiti

Allarme badanti, è caos quarantena

«Lancio un messaggio a tutti i parenti degli anziani non autosufficienti: non permettete che le badanti in arrivo dall'Est Europa facciano la quarantena in casa dell'assistito: il rischio è troppo alto». Sono le parole dell'epidemiologo Vittorio Demicheli, direttore sanitario Ats Milano. In effetti mette i brividi immaginare lo scenario di donne tornate dopo l'estate dal loro paese d'origine positive al Covid, che curano l'anziano fragile o il disabile. Ma questo rischio è reale se le regole messe in campo dal ministero della Salute rimangono sulla carta. A oggi, infatti, è prevista la quarantena obbligatoria per chi proviene da Bulgaria e Romania ma, come spesso accade, le regioni si muovono in ordine sparso. E pochi controllano cosa succede in concreto.

Eppure il mondo del lavoro domestico pullula di lavoratori che provengono dall'Est Europa, specie nel nord Italia. Ben 347mila domestici su 850mila. E sei su dieci svolgono il ruolo di badante di anziani, malati e disabili. Lo stretto contatto con i malati è continuo visto che questi lavoratori convivono coi loro assistiti. E spesso non hanno neppure un vero e proprio domicilio in cui alloggiare durante i giorni di riposo. Da qui la domanda? Dove e come possono stare per due settimane senza far correre pericoli a nessuno? Risposte precise vengono offerte solo da Emilia-Romagna, Piemonte e Lazio. In Emilia è stato predisposto un «protocollo bandanti» che impone l'obbligo dell'autodichiarazione con autoisolamento di 14 giorni e doppio tampone: uno all'arrivo, uno entro la fine del periodo da trascorrere in un idoneo alloggio (la regione offre un alloggio in albergo gratuito). Nel Lazio si controllano con test sierologici i passeggeri dei bus provenienti dall'Est. Un lavoro che paga visto che di positivi ne hanno già scovati. E la quarantena si può trascorrere in strutture dedicate a chi non ha una casa propria dove rifugiarsi. Stesso trattamento in Piemonte: tampone prima e dopo l'isolamento e alloggio dedicato ma a spese dell'inquilino temporaneo. Nelle altre regioni non è stato ancora focalizzato il problema e i 14 giorni di isolamento vengono gestiti sulla «fiducia» della badante. Una situazione che non convince il vicepresidente dell'Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, Andrea Zini, che chiede sia organizzato in ogni regione l'isolamento fiduciario in strutture extra-abitative e tampone obbligatorio a carico del sistema sanitario. «I quotidiani casi di contagio cosiddetto di importazione ci preoccupano spiega - perché la badante è spesso anche in regime di convivenza, quindi a strettissimo contatto con anziani, disabili e malati. E dopo le vacanze c'è il rischio concreto che si possano creare dei nuovi e pericolosi focolai domestici».

Il ministero della Salute ha stanziato 32 milioni di euro da dedicare ad alloggi Covid oltre ai 6mila posti già previsti in strutture statali come le caserme.

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