Tanta piazza, pochi fatti

Occidente contro l'orrore islamico. Ma sulle contromisure vince già il buonismo

Piazze piene, a Parigi e un po' in tutta la Francia. Milioni di persone hanno giustamente voluto dare una fisicità allo sdegno contro il terrorismo e alla difesa delle nostre libertà basilari. Capi di Stato e di governo di tutta Europa, e non solo, hanno aperto il corteo mettendo per qualche ora da parte rivalità e distinguo. Proprio come in una famiglia colpita dal lutto, il giorno del funerale del caro estinto ogni contesa e tensione si assopisce in nome di un dolore più o meno sincero. Bello spettacolo, ma in quella fiumana umana c'era un grande assente, mancava il simbolo che invece gli americani hanno esibito con orgoglio all'indomani dell'11 settembre: la bandiera.

Non abbiamo visto una sola bandiera europea sventolare ieri a Parigi, e non poteva essere diversamente perché noi europei non siamo popolo né nazione. Siamo a malapena - e purtroppo - una moneta che è in realtà il marco tedesco col nome cambiato. Chi legge potrà dire: stupidi dettagli, che c'entra la bandiera? Non è vero. Da che mondo è mondo i popoli si stringono alla bisogna attorno ai loro simboli. E l'Europa non ha simboli perché non è. Altrimenti non ci avrebbero lasciati soli e a mani nude ad affrontare l'invasione musulmana. Altrimenti domani partirebbe una azione militare congiunta per affondare i barconi della tratta umana sulle coste della Libia. Altrimenti la Germania avrebbe annunciato il suo via libera allo sforamento del parametro del tre per cento deficit-Pil che sta strangolando i Paesi euro con conseguenze importanti anche nella lotta al terrorismo.

Tanta piazza, ma nessun fatto concreto. Per la gioia degli islamici che sanno di poter continuare indisturbati la colonizzazione.

Anzi, un segnale c'è stato: la divisione tra i Paesi che chiedono di rivedere il trattato di Schengen sulla libera circolazione all'interno della Comunità (Francia e Spagna) e gli altri convinti invece che tutto debba restare come è. Mi sembra di capire che celebrato il lutto, tutto rischia di rimanere come prima. Fino al prossimo attentato, che per i servizi segreti americani sarà in Vaticano.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica