Roma Professor Mario Petrangeli, già docente di Teoria e progetto ponti alla Sapienza di Roma, perché il ministero delle Infrastrutture ha generato allarmismo nei confronti delle autostrade abruzzesi A24 e a25 e dei suoi viadotti? Non dovrebbe piuttosto rassicurare?
«È un fenomeno determinato dai fatti di Genova. Non credo che ci siano rischi effettivi tranne laddove sono state poste limitazioni al traffico. Per tutti gli altri viadotti sono state eseguite analisi accurate. Il problema è che si confonde l'ammaloramento del calcestruzzo con la sua resistenza».
Ci può spiegare?
«Il calcestruzzo superficialmente si deteriora per effetto di agenti inquinanti come il sale antigelo in Abruzzo o lo zolfo in Sicilia. Prudenzialmente nelle analisi si trascura la parte esterna. Per 4-5 centimetri di calcestruzzo ammalorato se ne tolgono quindi 10 centimetri. All'interno dei piloni dei viadotti c'è calcestruzzo in buono stato. La sua resistenza non solo non diminuisce ma aumenta con il passare degli anni. A Strada dei Parchi (concessionaria di A24 e A25) si contesta l'utilizzo di prove effettuate 4-5 anni fa, ma questo vuol dire che la resistenza oggi è superiore. Le analisi sono numerose e più che sufficienti. Le verifiche dimostrano che con i carichi di esercizio c'è il livello di sicurezza richiesto».
Perché il ministero esprime queste contrarietà?
«Genova ha gettato tutti in un panico irrazionale. In condizioni ordinarie le misurazioni, i dati scientifici sarebbero sufficienti. I funzionari, però, non accettano le analisi ma non rispondono citando dati o leggi ma solo sensazioni».
Perché solo in Italia bisogna manifestare per dire sì
alle infrastrutture?«Questo clima da caccia alle streghe non lo vedo da nessuna parte e temo sia frutto di questa reazione isterica al crollo del viadotto Polcevera che, a mio parere, dovrebbe essere recuperato».
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