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Alta tensione nel governo E Conte pensa a un partito

Cala il gelo tra Di Maio e il premier. Il professore viene accusato di aver indebolito i 5 Stelle. E spunta uno scenario inedito

Alta tensione nel governo E Conte pensa a un partito

Il dopo Abruzzo è difficile da digerire. Il Movimento Cinque Stelle è letteralmente crollato lasciando una prateria al centrodestra che di fatto ha trionfato alle Regionali. Un segnale chiaro: i grillini non hanno capitalizzato gli otto mesi di governo in compagnia della Lega. L'esecutivo invece fa bene al Carroccio che si trova lanciato verso le Europee con il traino importante di tutto il cetrodestra unito. Fin qui il quadro di quanto accaduto ieri. Ma in serata l'analisi dei costi benefici sulla Tav ha ulteriormente agitato le acque pentastellate che vorrebbero usare il "no" alla Torino-Lione per mettere con le spalle al muro la Lega e gudagnare consensi. Innanzitutto va chiarito che focalizzare la battaglia di governo sulla Tav per i grillini potrebbe rappresentare un rischio elevatissimo: la Lega potrebbe approfittarne per rompere il patto con i 5 Stelle. E con un governo debole e al capolinea di certo, visti i risultati del centrodestra in Abruzzo, i penatstellati sarebbero spacciati. Uno scenario che innervososce e non poco i due leader del Movimento, Di Maio e Di Battista. Ora è caccia alle streghe. Trovare il colpevole di quanto non ha funzionato in questi primi mesi di governo. E i grillini indicano nel professor Conte il principale responsabile della caduta pentastellata. Si tratta di un premier indicato dai grillini e in teroria avrebbe dovuto rappresentare i Cinque Stelle a Palazzo Chigi.

Ma a quanto pare il premier, come riporta ilMessaggero, sta giocando una partita nel suo campo. Consiglia di proseguire i lavori della Tav, è garante dei rapporti col Colle e non pare più allineato sulle posizioni pentastellate. Da questo quadro potrebbe emergere l'idea (per ora solo una suggestione) di provare il salto: un partito in proprio con Conte al comando. Secondo alcune indiscrezioni il Prof non ha alcuna intenzione di tornare in università, la politica è un palcoscenico che lo attrae. E così spunta l'ipotesi, sempre secondo quanto riporta il Messaggero, di un movimento "riformista" che possa abbracciare tutti i neoeletti che in questa legislatura si sentono ai margini ad esempio del Movimento. In tanti si lamentano: "Ci trattano come schiacciabottoni". Parole che pesano e che potrebbero dare il via a manovre di palazzo con un nuovo soggetto politico a firma Conte. È ormai noto che il rapporto tra il premier e i pentastellati di governo è ormai alla frutta e dunque ci potrebbe essere lo spazio per un nuovo ruolo per il premier. Conte in realtà gode della stima di Salvini che lo considera un antidoto all'ala ortodossa grillina. Insomma il Prof diventato premier per caso potrebbe tentare la strada della poltica (quella vera). L'ultima volta però con Monti il risultato è stato disastroso..

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