Altra tegola per Nogarin: abuso e falso in bilancio

Nuove accuse per il sindaco sotto inchiesta per bancarotta. Ma lui smentisce e replica su Facebook: «Da me massima trasparenza»

Massimo Malpica

Roma Non solo bancarotta fraudolenta, ma anche abuso d'ufficio e falso in bilancio. Si moltiplicano i reati per i quali sarebbe indagato il sindaco pentastellato di Livorno, Filippo Nogarin, che però su Facebook insiste a ridimensionare le accuse mosse contro di lui dai magistrati, mostrando l'avviso di garanzia ricevuto qualche giorno fa che riporta la sola ipotesi di bancarotta.

A rivelare le altre contestazioni sulle quali la procura sarebbe al lavoro è stato, ieri, il quotidiano Il Tirreno. Spiegando che i pm toscani Massimo Mannucci e Arianna Ciavattini - titolari dell'inchiesta «Città pulita», incentrata sulla gestione della locale azienda di raccolta rifiuti (l'Aamps) - non si sarebbero limitati a iscrivere il primo cittadino in carica nel registro degli indagati per il reato riportato nell'avviso di garanzia, ossia quello di bancarotta fraudolenta, relativo all'assunzione di 33 precari nell'azienda per cui la giunta aveva già avviato le pratiche per il concordato.

Le altre due imputazioni riguarderebbero, come detto, e come da giorni si vociferava, l'abuso d'ufficio e il falso il bilancio. La prima contestazione riguarda l'azzeramento del cda di Aamps da parte della giunta Nogarin, la stessa che aveva nominato quegli amministratori per poi, a gennaio scorso, revocarli d'imperio (e per i pm in violazione delle procedure di revoca previste da una delibera comunale) in quanto «rei» di aver «ritardato l'adozione dei provvedimenti deliberati dal socio (ossia il concordato preventivo) che sono urgenti e indifferibili».

Il falso in bilancio, invece, viene contestato per il via libera della giunta a Cinque stelle al bilancio 2014 dell'azienda dei rifiuti, arrivato a novembre 2015 nonostante il parere contrario messo nero su bianco dai revisori dei conti.

Nogarin, interpellato dal Tirreno, non ha voluto commentare con il quotidiano le altre due eventuali ipotesi di reato. Ma ha risposto, indirettamente, dalla sua pagina Facebook, dove ha pubblicato un estratto dell'avviso di garanzia ricevuto dalla procura, «in nome della massima trasparenza» e «a conferma di quanto pubblicamente e ripetutamente dichiarato, cioè che le contestazioni afferiscono al concorso in bancarotta fraudolenta legata all'avvio del concordato preventivo di Aamps».

Insomma, la versione del sindaco a Cinque stelle resta quella della prima ora, ossia che quella contestazione è in pratica solo un «atto dovuto», e che la sua magagna giudiziaria dovrebbe chiudersi con il via libera al concordato di Aamps. Ma la mancata presenza degli altri due reati nell'avviso spedito al sindaco non esclude, ovviamente, che in procura le indagini siano allargate anche ad altri episodi.

D'altra parte le tre contestazioni sarebbero esattamente le stesse, relative ai medesimi episodi, per le quali è indagato anche l'assessore al bilancio della giunta Nogarin, Gianni Lemmetti, destinatario a sua volta di un avviso di garanzia lo scorso 18 aprile, prima che venisse coinvolto anche il sindaco.

Nogarin, in quell'occasione, difese il suo assessore, dicendosi «certo che la magistratura accerterà la correttezza dell'operato dell'assessore e in generale di tutta la giunta sull'intera vicenda» di Aamps. Azienda per la quale, insiste ancora oggi Nogarin, il concordato preventivo era «l'unica strada percorribile».

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