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Altre carte su Ior e immobili, Vatileaks 2 potrebbe allargarsi

Indagini su ricatti e favori ottenuti per non divulgare notizie riservate

Altre carte su Ior e immobili, Vatileaks 2 potrebbe allargarsi

Una resa dei conti per la gestione del patrimonio immobiliare della Santa Sede. Ci sarebbe anche questo dietro la diffusione dei documenti riservati della commissione papale Cosea, l'organismo voluto da Bergoglio per indagare sulle finanze vaticane e di cui facevano parte i due presunti «corvi» arrestati dalla Gendarmeria Vaticana, monsignor Lucio Vallejo Balda e la pr calabrese Francesca Immacolata Chaouqui.

Gli investigatori sono convinti che, oltre ai documenti pubblicati nei libri di Nuzzi e Fittipaldi, ci sia dell'altro, altre carte sullo Ior e sugli immobili del Vaticano pronte a uscire, con una rete di contatti per i «corvi» molto più ampia di quanto si possa immaginare e con il coinvolgimento anche di altre persone. E infatti dai primi di novembre la «polizia vaticana» ha effettuato altri interrogatori, ha sentito diversi laici come persone informate dei fatti, ma nessun cardinale, come ha fatto sapere Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana. È vero però che un anziano cardinale, diversi mesi dopo la nascita della Cosea, si era premurato di far sapere «ai superiori» che alcuni documenti della commissione erano misteriosamente spariti nel nulla. E in quell'occasione il porporato aveva chiesto ad alcuni componenti della Cosea (tra cui Balda) «maggiore prudenza» nella gestione di «documenti così importanti». Evidentemente il consiglio del porporato non era stato ben recepito o forse, se la magistratura vaticana accerterà delle responsabilità precise per gli arrestati, non era stato volutamente ascoltato. Il timore quindi adesso sarebbe legato a una nuova pubblicazione di documenti, un secondo capitolo del Vatileaks 2, con in mezzo anche ricatti e favori ottenuti in cambio della non divulgazione delle carte. Si tratterebbe di documenti sottratti riguardanti lo Ior con elenchi di titolari di conti cifrati. E poi ancora carte segrete e liste di inquilini eccellenti delle case di proprietà dell'Apsa, l'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, una sorta di Banca centrale del Vaticano che dispone appunto di un cospicuo patrimonio immobiliare e per il quale si è combattuto un agguerrito braccio di ferro (tra Apsa e Segreteria per l'Economia) per deciderne la gestione.

Nel frattempo l'ufficio del promotore di giustizia vaticano, Gian Piero Milano, che ha in mano l'inchiesta d'Oltretevere, sta studiando le carte per valutare eventuali responsabilità fuori dal Vaticano e nel caso chiedere, dopo la pubblicazione dei libri, delle rogatorie internazionali, in particolare per ciò che potrebbe emergere

dall'inchiesta di Terni, i cui faldoni con le intercettazioni sono già finiti in procura a Roma. Il Vaticano, però, sempre per bocca di Padre Lombardi, smentisce che ci siano stati contatti tra un porporato e le autorità italiane.

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