Il M5S è ufficialmente nel caos. Dopo la decisione da parte di alcuni di non votare la risoluzione della maggioranza giallorossa sul Mes, mostrando quindi il forte malumore nei confronti della base, tre senatori hanno fatto le valigie e sono passati alla Lega. Il primo a fare l'annuncio è stato Ugo Grassi. Il senatore ha spiegato chiaramente che il passaggio è stata una decisione difficile da prendere, ma necessaria. "Il punto - ha confidato - è che il mio dissenso non nasce da un mio cambiamento di opinioni, bensì dalla determinazione dei vertici del movimento di guidare il Paese con la granitica convinzione di essere i depositari del vero e di poter assumere ogni decisione in totale solitudine". Il senatore, quindi, riferisce che "gli effetti di questo modo di procedere sono così gravi ed evidenti (a chi vuol vedere) da non dover neppure essere esposti. Basti l'esempio della gestione dell'ex Ilva per dar conto dell’assenza di una programmazione nella gestione delle crisi…". Grassi, in parole povere, sta dicendo che il MoVimento si è snaturato, non è più quello che gridava "onestà, onestà" (anche perché sono i primi a non essere onesti. Vedi le continue giravolte sul Mes) e a prendere le decisioni sono solo i "poteri forti", sempre gli stessi.
Ma dopo Grassi a cambiare casacca sono stati altri due senatori (ex) grillini: Francesco Urraro e Stefano Lucidi. Entrambi spiegano che il lavoro col M5S era ormai poco proficuo, mentre con la Lega c'è sempre stata una forte stima e condivisione di temi e vedute. Urraro e Lucidi, quindi, si dicono pronti a lasciare alle spalle la base gialla e si sentono onorati di poter sposare la causa verde.
Anche Matteo Salvini ha apprezzato le parole e la decisione dei senatori e ha dato loro il benvenuto: "Oggi hanno aderito alcuni senatori Cinquestelle, non perché abbiamo offerto o promesso qualcosa a qualcuno ma perché si sono sentiti traditi". Salvini menziona "l'offerta" perché Gigino, non sapendo che pesci pigliare, accusa il leader del Carroccio di aver comprato i "suoi" senatori. Ma nessuno ha comprato nessuno, semplicemente la linea dei 5S non è più quella di un tempo e qualcuno si è stufato. Si mormora addirittura che siano una trentina i grillini a voler mandare a quel paese Di Maio & Co. per percorrere strade migliori. "Fossi in Di Maio, Conte, Zingaretti e Renzi - suggerisce Salvini - mi preoccuperei perché sono loro che stanno perdendo pezzi. Non perché noi offriamo qualcosa. Se i Cinquestelle passano da stop Mes a sì Mes evidentemente qualcuno si pone un problema. La manovra è pessima e spero che non passi perché è piena di tasse".
Intanto, nel MoVimento regna sovrano il caos. Luigi Di Maio non sa che fare, è nervoso ("Salvini ha aperto il mercato delle vacche al Senato della Repubblica. Sembra l'asta del pesce...
È una grande operazione di cambi di casacca: se uno non è d'accocrdo con la linea di una forza politica ci sta, ma ti dimetti e ti fai rieleggere") e sotto pressione. Nemmeno la candidatura del consigliere comunale di Forlì, Stefano Benini, alla presidenza della Regione Emilia Romagna riesci a risollevare gli animi. Anzi. Il M5S è oscurato, Gigino è oscurato, tutto è oscurato. Tutto sta implodendo.
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