Mondo

Altro che benevolenza. La Commissione europea tiene l'Italia sotto scacco

Eccessivo l'ottimismo di Conte e Gualtieri Bruxelles pronta allo stop su Alitalia e Ilva

Altro che benevolenza. La Commissione europea tiene l'Italia sotto scacco

È trascorsa una decina di giorni dalle roventi polemiche sul Mes. I sostenitori della necessità di sottoscrivere la riforma del Trattato, tanto politici che opinion leader, rimarcavano l'importanza di non indispettire la Commissione von der Leyen che con il nuovo governo giallorosso aveva mostrato il lato più benevolo. Che questa narrazione non corrispondesse al vero era facilmente immaginabile. Ieri se ne sono avute le controprove. Il commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager e il vicepresidente dell'esecutivo comunitario, Valdis Dombrovskis, hanno ricordato all'Italia che «deve fare i compiti a casa» tanto sulla manovra di bilancio quanto sui dossier Alitalia e Popolare di Bari. Non esiste, infatti, nessuna corsia preferenziale.

Lo ha ribadito chiaramente Dombrovskis, smentendo l'ottimismo del premier Conte circa la possibilità di scomputare gli investimenti green dal calcolo del deficit. «Già oggi abbiamo una clausola di flessibilità per gli investimenti cofinanziati dall'Ue, si può discutere se estenderla, ma in ogni caso bisogna essere molto cauti sui limiti da non superare: va garantita la sostenibilità di bilancio», ha dichiarato a La Stampa. Contestualmente, il vicepresidente ha sottolineato che il nostro Paese resta sotto esame per lo stato delle finanze pubbliche. «Chiediamo di riportare il deficit in linea con quanto previsto dal Patto di Stabilità e Crescita», ha aggiunto evidenziando che una sua eventuale revisione non potrà prescindere dalla necessità «che i Paesi ad alto debito ne assicurino la riduzione».

L'ottimismo governativo è destinato a essere deluso anche sul fronte Alitalia. «Vi sono rischi dell'apertura di una seconda indagine sulla scia del nuovo prestito, da 400 milioni di euro», ha detto la stessa Vestager in un colloquio con alcuni giornali europei tra cui Il Sole 24 Ore. «Ci sono giunte le prime lamentele, siamo molto consapevoli della questione dell'equo trattamento perché se troviamo aiuti illegali, dovranno essere recuperati», ha precisato aggiungendo che «se non si vuole trasferire questo onere al nuovo proprietario, bisogna dimostrare discontinuità tra la vecchia e la nuova azienda». Il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli non si è scomposto dinanzi a questi rilievi e ne ha fornito una personale interpretazione. «Quello che chiede la commissaria Vestager è la discontinuità: quando c'è la cessione del ramo di azienda, in quel momento ci sarà discontinuità», ha replicato.

Idem per il decreto legge sulla Popolare di Bari. «Se il governo vuole creare certezza legale, dovrebbe lavorare con noi, per evitare ricorsi giudiziari, e poi se possibile prenderemmo una decisione secondo la quale non vi è aiuto di Stato», ha specificato Vestager ricordando che «lo abbiamo fatto in vari casi: la tedesca NordLB o la portoghese Cgd». La differenza è che i due istituti erano già a maggioranza pubblica, mentre il caso barese è differente, dunque l'azzardo del ministro dell'Economia è elevato. Anche un eventuale intervento di Invitalia in Ilva, pertanto, sarebbe soggetto al severo discrimine di Bruxelles, come già accaduto in passato.

Non è cambiato nulla.

Commenti