Altro che Eataly Il viaggio sulla luna è una mia idea e Armstrong non lo sa

Riceviamo e pubblichiamo.

In merito all'intervista di Mimmo Di Marzio al manager Celestino Ciocca intitolata «Così l'Oscar dei furbetti si è impossessato di Eataly» vorrei aggiungere questa nota. Nel 1965, avevo 11 anni e vi sono numerosi testimoni di ciò che è accaduto: una sera ho alzato lo sguardo al cielo e ho guardato la Luna. Mi è venuta un idea straordinaria: L'UOMO DEVE ANDARE SULLA LUNA! Quattro anni dopo Armstrong ha messo il suo piede sulla Luna. È lampante che qualcuno gli ha riferito la mia idea straordinaria. E lui senza consultarmi, senza rendermi partecipe, avendo i mezzi illimitati messigli a disposizione dagli Usa, ha messo in pratica la mia intuizione, prendendosene tutti i meriti. Scriverò un libro, agirò contro gli eredi Armstrong. Desidero giustizia e che emerga finalmente la verità su chi ha il vero merito del primo allunaggio: Oscar Farinetti.

Trattandosi di cibo, anzi di «food» (sostantivo forse un po' abusato negli ultimi tempi), sorge spontanea la domanda atavica e mai risolta: è nato prima l'uovo oppure la gallina? Poco importa in fondo perché Eataly, molto prima che un'idea o una parolina magica, è un business da 300 milioni di euro.

Se ci abbia pensato prima il patron Farinetti oppure il suo ex consulente non cambierà certo la storia. Anche perché, come cantava Gaber, «un'idea, finché resta un'idea è soltanto un'astrazione. Se potessi mangiare un'idea, avrei fatto la mia rivoluzione».

Mimmo di Marzio

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