Altro che ferie ridotte alle toghe I tribunali sono ancora vuoti

La riforma tanto contestata dai magistrati si rivela un flop. A Roma aule deserte, salve solo le udienze con detenuti

Altro che ferie ridotte alle toghe I tribunali sono ancora vuoti

Roma - Partiamo dall'immagine qui accanto. È la fotografia del corridoio al piano terra del Tribunale di Roma. E non è stata scattata di notte, quando il palazzo di giustizia è deserto, ma ieri nel bel mezzo della mattinata, alle 11 del 9 settembre, una data in cui ormai in città tutti hanno ripreso da un pezzo i ritmi di sempre. Non a piazzale Clodio. Qui non si può certo dire che l'attività ferva. Anzi, tutte le aule sono chiuse, non ci sono udienze a ruolo. E lo stesso vale per il piano di sopra, dove ci sono anche le aule gip.

È un'immagine significativa dei reali effetti di una delle ultime leggi in materia di giustizia del governo Renzi, quella che auspicando una maggiore produttività ha ridotto le ferie dei magistrati e la sospensione estiva delle udienze. O forse è meglio usare il condizionale, perché almeno nella capitale la nuova norma non sembra aver cambiato di molto le cose. Questo naturalmente non vuol dire che le toghe non lavorino, ma fa riflettere su una categoria che può regolarsi come vuole, a seconda dei singoli uffici giudiziari, riuscendo a dribblare le nuove disposizioni volute dal premier per velocizzare la giustizia. A sentire gli avvocati sono loro gli unici ad aver risentito degli effetti di questi tagli, soprattutto di quello della sospensione dei termini processuali nel periodo feriale che ha accorciato i tempi per le impugnazioni dei provvedimenti. Sul decreto legge che ha ridotto la sospensione dei termini dall'1 al 31 agosto (prima era di due mesi) e le ferie da 45 a 30 giorni annuali c'è sempre stata un po' di confusione, a partire dal fatto che nel provvedimento firmato dal Guardasigilli non è stato cancellato l'articolo che assegna 45 giorni di ferie ai magistrati con funzioni giudiziarie, e questo per qualcuno, anche per il Csm che è intervenuto con due circolari, renderebbe vana l'aggiunta dell'articolo bis che invece riduce a 30 i giorni di ferie di «magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari».

Approfittando anche del fatto che la legge è scritta male alcuni Tribunali hanno deciso di tagliare, altri no, adeguandosi al parere del Csm e di fatto sfidando il governo. Altra cosa è la questione della sospensione dei termini, che scadeva il 30 agosto. E qui veniamo all'immagine scattata ieri. Chi si aspettava che con le nuove norme il Tribunale sarebbe tornato in piena attività il primo settembre a quanto pare si sbagliava. Tranne i processi con i detenuti, che vengono comunque celebrati, e qualche dibattimento di particolare rilevanza, a Roma le udienze non hanno ancora preso il via dopo l'estate, al collegiale come al monocratico, mentre in Corte d'Appello l'attività sta lentamente riprendendo. La stessa desolazione a piazzale Clodio, del resto, si era registrata gli ultimi dieci giorni di luglio.

Perché, visto che per legge la feriale va dal 1 al 31 agosto? Nel Palazzo ognuno ha la sua idea. Per qualcuno sono i magistrati che continuano a mantenere lo status quo ignorando le nuove disposizioni semplicemente fissando le udienze quando vogliono, per altri è una questione di calendari delle udienze già stabiliti da tempo.

Altri ancora fanno riferimento ad una circolare del Csm che - dopo le lamentele dei giudici i quali sostengono di usare parte delle vacanze per scrivere le sentenze - ha indicato ai capi degli uffici giudiziari di non fissare udienze 15 giorni prima e dopo il periodo di ferie, un periodo «cuscinetto» aggiuntivo per far sì che i tempi di vacanza siano effettivi. A questo punto il cittadino potrebbe domandarsi quale altra categoria professionale ha il privilegio di potersi autogestire aggirando leggi dello Stato a cui dovrebbe teoricamente sottostare?

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