Un altro corpo nell'Adige. "È Peter, il padre di Benno"

Trovato a due giorni dal cadavere della moglie. Sul collo della donna i segni dello strangolamento

Un altro corpo nell'Adige. "È Peter, il padre di Benno"

Si avvia alla fine il giallo della scomparsa di Laura Perselli e Peter Neumair, compagni di vita e anche di morte. Ieri verso le 15, dopo un mese di incessanti ricerche, l'ecoscandaglio dei vigili del fuoco ha avvistato un corpo nelle acque del fiume Adige. Molto probabilmente si tratta del 63enne, insegnate in pensione bolzanino, scomparso il 4 gennaio scorso insieme alla moglie dalla loro abitazione in via Castel Flavon 22.

Per il loro omicidio e l'occultamento dei due cadaveri è in carcere il figlio Benno, 30 anni, supplente di matematica in una scuola media di lingua tedesca del capoluogo altoatesino e innamorato del culturismo. Secondo l'accusa, il giovane avrebbe ucciso i genitori, probabilmente avvelenandoli, e poi si sarebbe disfatto dei corpi in prossimità del ponte di Ischia Frizzi. Quello della donna era stato restituito dal fiume Adige sabato mattina, dopo che per agevolare le ricerche era stato abbassato di livello delle acque di una ventina di centimetri. Il ritrovamento era stato fatto a 100 metri del ponte di San Floriano, nel comune di Egna.

La donna mostrava alcuni lividi attorno al collo che potrebbero far pensare a un eventuale strangolamento. Ma nei prossimi giorni l'anatomopatologo Dario Raniero eseguirà l'autopsia, proprio per stabilire con esattezza come è stata uccisa.

Ieri mattina, invece, sono riprese nell'Adige a sud di Bolzano, tra Vadena e Ora, le ricerche di Peter Neumair, che si sono interrotte solo quando l'ecoscandaglio ha avvistato un'ombra nel profondo, probabilmente un corpo. La notizia non viene confermata dagli inquirenti, ma i vigili del fuoco hanno compiuto una serie di riscontri in una parte del fondale, nei pressi di Ora, dopo che le squadre di soccorso hanno avvistato qualcosa nel fiume.

Qualche giorno fa l'Adige aveva restituito anche gli scarponcini grigi di Peter ed era stato proprio il figlio Benno a confermare che quelle calzature appartenevano al papà e con tutta probabilità le indossava il giorno della scomparsa.

Benno, assistito dagli avvocati Flavio Moccia e Angelo Polo alla notizia del rinvenimento della madre sabato aveva detto ai leali: «Mamma non c'è più, l'hanno trovata, non sono stato io». E questo è quello che continua a ripetere dal momento in cui i primi sospetti si sono concentrati su di lui, ma gli indizi nei suoi confronti sarebbero inequivocabili. Il suo alibi non regge, perché ha sempre raccontato di non aver visto i genitori la sera della loro scomparsa, di aver portato fuori il cane e successivamente di aver passato circa 40 minuti da solo ad ascoltare musica a bordo dell'auto del padre, una Volvo V70, nei pressi di un laghetto per pescatori a Ora, nello stesso frangente in cui la coppia sarebbe stata uccisa. Ma lì vicino, sul ponte di Vadena, sono state trovate le tracce di sangue del padre. E intorno alle 22 i telefonini di Benno, Peter e Laura sono stati spenti uno dopo l'altro.

Intanto ieri si è riunito il Riesame in merito alla richiesta dei legali dell'indagato di revocare la custodia cautelare in carcere, anche per poter accedere a tutti gli atti dell'inchiesta, e la decisione del Tribunale dovrebbe arrivare nelle prossime ore.

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