Altro guaio per la Raggi: Roma chiusa per sciopero E il Pd l'ha già mollata

Altro guaio per la Raggi: Roma chiusa per sciopero E  il Pd l'ha già mollata

La politica delle alleanze «stagionali» produce paradossi straordinari. Il Pd è ora al governo con i 5 Stelle. Questi, per mano della Raggi, governano la Capitale. Ma il Pd, forza anch'essa di governo, accetta di sposare la causa di chi il prossimo 25 ottobre metterà Roma in ginocchio con uno sciopero generale. A indirlo i sindacati confederali che lo hanno battezzato: «Sciopero per Roma». È il primo sciopero di questo tipo per la Città Eterna. Alberto Civica (Uil) prova a spiegare le ragioni di una serrata che prevede anche una manifestazione sotto le finestre del Campidoglio. «Bloccare la città è stata una decisione che certo non abbiamo preso a cuor leggero - spiega - ma l'amministrazione capitolina non ha mai voluto incontrarci per parlare delle tante questioni aperte: da Roma Metropolitana alla crisi delle Partecipate, da Ama a Farmacap, da Atac a Zètema». «Stanno facendo morire le Partecipate - aggiunge Natale Di Cola della Cgil -. Tanto che a questo sciopero partecipano per la prima volta anche le associazioni dei consumatori». Anche i partiti di opposizione (in Campidoglio) hanno aderito allo sciopero. «Non riguarda solo i lavoratori comunali e delle Partecipate - spiega Stefano Fassina di Leu - ma tutta la città». Il degrado della metropoli è sotto gli occhi di tutti. E il tema dell'amministrazione della Capitale è da tempo nell'agenda politica nazionale. Purtuttavia il Pd, ora forza di governo, sarà al fianco di chi bloccherà con la sua astensione dal lavoro i servizi della città. «Se una giunta - spiega Giulio Pelonzi del Pd - non riesce a imprimere la sua volontà di governo agli amministratori che lei stessa nomina, la giunta ha fallito».

E intanto il leader della Lega, Matteo Salvini, annuncia che sono già state raccolte 10mila firme per mandare via la Raggi. «Ogni settimana girerò quartiere per quartiere - promette - fino a che la Raggi non lascerà il posto a qualcuno più in gamba di lei».

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